La dieta crudista

di Redazione 1

I crudisti, spesso confusi con i vegetariani, mangiano solo prodotti crudi, perché ritengono che molte qualità nutrizionali vadano perdute con la cottura. Pur essendo spesso vegetariani, la loro dieta può comprendere anche prodotti e carni animali crudi o semicrudi. Tra i vantaggi della dieta crudista: dà vitamine e minerali in quantità, stimola la digestione, pulisce l’intestino e disintossica, fa dimagrire, richiede meno sale e condimenti, rinfresca nei giorni caldi, non forma acido urico. Un crudista mangia prevalentemente frutta, verdura, noci e semi. Una dieta bilanciata è costituita dal 75-80% di frutta, 10-20% di verdure (molto importanti sono quelle a foglia verde), ed un 5% di noci e semi. La dieta crudista per dimagrire: spesso tendiamo a mangiare troppo perchè il nostro corpo non assimila le sostanze nutritive nell’intestino. Se i villi intestinali, attraverso i quali assorbiamo le sostanze, sono occlusi dai prodotti di scarto degli alimenti che non siamo in grado di utilizzare, il nostro organismo non viene adeguatamente nutrito, e ci manda continuamente dei segnali per avvertirci di mangiare ancora per ricevere i nutrienti di cui necessita. Quindi siamo malnutriti anche se mangiamo troppo. La dieta crudista permette di ripulire i villi intestinali, così che il corpo inizia ad assorbire le sostanze nutritive. Automaticamente, l’organismo richiede meno cibo. Molte volte non si mangia per fame, si mangia per noia, o perchè si è dipendenti da certi alimenti che rappresentano la nostra “droga”. La vera fame rappresenta una richiesta di nutrienti da parte dell’organismo, e ci dovrebbe spingere a mangiare cibo ricco di sostanze nutritive e preferibilmente di un solo tipo alla volta, poichè ciascun alimento richiede un ambiente chimico differente per la propria digestione. Perchè diventare crudisti: le ragioni possono essere molte, ma in genere tutte hanno a che fare col desiderio di essere in salute. E’ facile incontrare crudisti che hanno cambiato la loro dieta dopo essere stati seriamente malati. In genere si cerca un rimedio visitando dottori, naturopati e agopuntori , ma quando il problema ritorna, o quando ci si rende conto che la soppressione del sintomo non è la cura giusta, si comincia a dare uno sguardo alla dieta, per rimuovere la causa del problema piuttosto che la sua manifestazione.

Il nostro fabbisogno di proteine e calcio
Molti studi scientifici dimostrano che il nostro fabbisogno di proteine non è poi molto elevato. Generalmente tendiamo ad avere il problema opposto, ovvero a consumare molte più proteine del necessario. Un bambino durante i primi anni di vita, ovvero durante un periodo di intensa crescita e sviluppo, ha un fabbisogno elevato di proteine, più di qualunque altro periodo della sua vita. Di conseguenza la richiesta di proteine è più elevata durante il periodo della crescita. Il latte materno contiene tuttavia un quantitativo molto piccolo di proteine (1-4% a seconda dell’età del bambino) approssimativamente la stessa percentuale contenuta nella frutta (1-6%). Il timore di avere carenze nutrizionali molto spesso deriva dal bombardamento pubblicitario indotto dalle industrie alimentare e farmaceutica, che reclamizzano la fondamentale importanza della carne, del latte, della pasta, degli integratori.

La cottura dei cibi è dannosa?
Il calore modifica la struttura molecolare del cibo, rendendo i nutrienti meno utilizzabili. Gli alimenti cotti e denaturati, specie quelli industriali, sono meno digeribili del cibo crudo. Tutto ciò che consumiamo e che non può essere digerito o immagazzinato, deve essere eliminato come materiale di rifiuto. Assumere costantemente alimenti denaturati produce talmente tante scorie che gli organi di eliminazione non riescono a compiere il loro lavoro adeguatamente, col risultato che questi prodotti di rifiuto devono essere immagazzinati da qualche parte. Questo processo di accumulazione provoca un generale stato di intossicazione dell’organismo, e conseguentemente genera la malattia. Con la cottura del cibo le proteine vengono denaturate, i grassi subiscono ossidazione, e si sviluppano composti chimici potenzialmente dannosi, come radicali liberi ed idrocarburi tossici. Gli enzimi presenti vengono distrutti, costringendo l’organismo ad utilizzare la propria riserva di enzimi per la digestione del cibo e per far fronte ad un elevato quantitativo di sostanze dannose da eliminare. Le vitamine vengono in gran parte disattivate, trasformandosi in sostanze chimiche non più utilizzabili, e non più benefiche. Quando mangiamo cibo sottoposto a cottura, i globuli bianchi aumentano per contrattaccare le sostanze estranee che abbiamo introdotto. Un pasto cotto non rappresenta ovviamente un avvelenamento mortale. Piuttosto, rappresenta un lento e graduale accumulo di tossine nel nostro organismo. E’ come se stessimo riempiendo un sacco di rifiuti: ad un certo punto avremo riempito ogni spazio disponibile e cominceremo ad avere qualche problema. Allo stesso modo, i problemi iniziano quando il corpo sarà saturo di tossine. Il fatto che gli esseri umani siano vissuti per millenni cuocendo i propri alimenti non significa che questa pratica non sia dannosa, piuttosto attesta la grande capacità del corpo umano di sopportare gli abusi, e fa capire anche che ci sono diversi livelli di abuso del nostro organismo (nutrendoci al fast food riempiremo molto più velocemente il nostro sacco dei rifiuti di sostanze decisamente pericolose!).

Non c’è una formula valida per tutti per modificare lo stile di vita. Anche semplicemente mangiare frutta a colazione anzichè latte e biscotti rappresenta un enorme miglioramento per coloro che partono da abitudini alimentari sbagliate. Un cambiamento troppo improvviso delle abitudini alimentari può portare a ricadere nel vecchio stile di vita. Piccoli cambiamenti graduali tendono ad essere più permanenti di radicali cambiamenti fatti all’improvviso.

Commenti (1)

  1. Secondo me sia i vegetariani, i vegani, i crudisti e i fruttariani & Co. non consìderano il fatto che la dentatura umana, composta da incisivi, canini, premolari e molari (compresi, eventualmente, quelli detti “del giudizio”, in quest’ùltima època non più sempre presenti) è quella tìpica d’un mammìfero onnìvoro, quindi idòneo e programmato a mangiare tutti i tipi di prodotti e edìbili vegetali ed animali, carne, uova e latticini compresi. Stà ad ognuno di noi regolarci in quale qualità, quantità e percentuale.
    Altro discorso è invece il problema delle allergìe ed intolleranze alimentari e non, presumibilmente provocate dai cosiddetti “cibi moderni”, spesso càrichi di conservanti, grassi idrogenati addensanti, coloranti, stabilizzanti ed additivi d’ogni gènere d’orìgine chìmica, purtroppo usati dalle industrie e pure da moltìssimi laboratori “artigianali” in tutto il mondo.
    Comunque è assolutamente un falso scientìfico ed antropològico, smentito appunto dai fatti, dire che l’uomo è nato per mangiare solo frutta e verdura, crude o cotte che sìano.
    Milko PELLEGRINO

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