Aumentano i disturbi psicosomatici da crisi, che ormai incidono sul 20-30% dell’attività quotidiana dei medici di famiglia, con differenze notevoli nelle diverse aree del Paese. Sempre più pazienti, infatti, si presentano dal camice bianco con forme d ‘ansia che si manifestano con mal di testa, dolori allo stomaco, colite o altri disturbi fisici.
I SINTOMI: ANSIA E INQUIETUDINE
“Problemi che colpiscono di più i pazienti della classe media che in passato si rivolgevano meno al medico di famiglia ma che ora sono tra i più assidui frequentatori degli ambulatori“, spiega Stefano Nobili, medico di famiglia e portavoce del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) riunito a Torre San Giovanni Ugento (Lecce), dove è in corso il 28esimo Congresso nazionale. “Ansia e inquietudine sono sentimenti che diagnostichiamo sempre più spesso – sottolinea – tra i nostri pazienti che, tra l’ altro, reagiscono con molta più preoccupazione ai problemi di salute rispetto al passato“.
CURE INUTILI
Ma gli italiani sono anche più attenti alle spese mediche. “Rinunciano sempre di più ad accertamenti diagnostici, anche quando serve solo il pagamento del ticket“, afferma Nobili. Un fenomeno, che anche in questo caso, investe sempre più la classe media.
“Non è la prima volta che gli italiani attraversano una crisi – spiega Mauro Martini, presidente Snami – ma le ripercussioni sulla salute sono senz’altro diverse. Non erano di questo tipo, per esempio nel dopoguerra nonostante i gravissimi problemi. Questo perché oggi c’è un concetto di salute diverso. Il benessere è considerato quasi un diritto-dovere da ottenere e trattenere a ogni costo, più che un obiettivo da raggiungere. E la colpa è anche della ‘mediatizzazione’ del settore. Il marketing della salute – conclude Martini – che in questi anni ha ‘pompato’ alcune malattie, ha spesso indotto bisogni di salute infondati che portano anche persone che non ne hanno la necessità a preoccuparsi e chiedere con insistenza cure inutili“.