Se la bambina diventa donna troppo in fretta, la ragione può essere scritta nel Dna. A interpretare scientificamente il destino delle Lolite, bimbe all’ anagrafe, ma già con fattezze da adolescenti, è uno studio pubblicato su Nature Genetics. La ricerca – condotta da un team della Peninsula Medical School britannica, con la collaborazione di altri colleghi europei e americani – dimostra per la prima volta l’ esistenza di due geni che controllano l’ orologio biologico femminile, determinando così l’ arrivo della prima mestruazione.
I CROMOSOMI 6 E 9
I due mattoni di genoma individuati sono localizzati sui cromosomi 6 e 9. Una donna su 20 presenta particolari varianti in entrambe le copie (alleli) dei due geni, che si traducono appunto nell’ insorgenza precoce del primo ciclo mestruale. In questi casi l’ età fertile inizia circa 4 mesi e mezzo prima rispetto a quanto accade in tutte le ragazzine prive delle varianti-Lolita.
LA MATURITA’ SESSUALE PRECOCE
Lo studio ha esaminato i dati di 17.510 donne, relativi a 8 popolazioni differenti. “Si tratta della prima evidenza che comuni varianti genetiche possono influenzare il momento in cui la donna raggiunge la maturità sessuale“, spiega Anna Murray della Peninsula Medical School.
Una tappa rivoluzionaria nella vita femminile, sottolineano gli esperti, perché l’ età della prima mestruazione influenza anche aspetti come la statura, il peso corporeo e il rischio futuro di varie malattie tipiche dell’ adulto.
Lo sviluppo precoce, in particolare la comparsa anticipata del ciclo mestruale – ricordano gli specialisti – è associato a una statura più bassa e a un peso maggiore. In generale, le bimbe che entrano presto nell’ età fertile tendono a presentare un indice di massa corporea (Bmi) superiore, e un rapporto più sfavorevole tra la massa grassa e la massa magra.
MESTRUO ANTICIPATO E ASPETTO FISICO
“I risultati del nostro studio – evidenzia Murray – indicano anche l’ esistenza di una base genetica nell’associazione fra mestruazioni anticipate e caratteristiche di peso e altezza. Questa ricerca – aggiunge – ci porta più vicini a comprendere i processi biologici chiave di pubertà e crescita precoce, e a capire cosa si può definire normale nella crescita e nello sviluppo“, dice.
“Capire i meccanismi biologici all’ origine del periodo di vita riproduttiva – aggiunge il collega John Perry, dello stesso istituto di ricerca – ci offre inoltre importanti informazioni sulle malattie correlate all’ invecchiamento femminile, come ad esempio il diabete, le patologie cardiache e il tumore al seno“, puntualizza.