Altro che palestra e jogging quotidiano. La cura dimagrante per eccellenza è la “terapia del freddo”. Parola di scienziati britannici che lanciano una nuova teoria: lasciarsi stregare dall’ inverno. Perché esporsi a temperature da battere i denti con regolarità fa bene al fisico. Riattiva il cosiddetto grasso bruno, quel tessuto adiposo, presente più nei neonati che negli adulti, in grado di bruciare calorie.
TEMPERATURE INVERNALI E SAUNA
Un tour a zero gradi, spiega al quotidiano britannico “Daily Mail” Mike Cawthorne, direttore della Metabolic Research alla University of Buckingam, può più di sedute massacranti a base di attrezzi ginnici. Lo scienziato detta una vera e propria ricetta: spegnere i riscaldamenti, sottoporsi a una sauna quotidiana immediatamente seguita da un tuffo in acqua ghiacciata, evitare di riscaldare l’ abitacolo della macchina, trascorrere più tempo fuori casa soprattutto in inverno. “Ci sono modi molto semplici per attivare il grasso bruno“, assicura. Una risorsa presente nel 50% della popolazione mondiale.
I LIVELLI DI GRASSO BRUNO NELL’ ORGANISMO
A privarci del grasso brucia-calorie, rivela lo scienziato, è stata proprio la modernità. “I nostri antenati avevano livelli di grasso bruno sicuramente più alti dei nostri. Ma le temperature più calde, il cibo abbondante e la vita sedentaria l’ hanno disattivato, rendendolo inutile nel mondo moderno. Se ci esponessimo più spesso a basse temperature, però, un sacco di persone probabilmente perderebbero peso“, ribadisce Cawthorne. Sono soprattutto le donne le candidate ideali per la terapia del freddo, poiché sembrano avere più grasso bruno degli uomini. I depositi di questo tessuto adiposo, che si attiva e comincia a bruciare grasso solo quando le persone hanno freddo e sono sull’ orlo dei brividi, vengono individuati soprattutto nelle gambe.
LO STUDIO DEI RICERCATORI SVEDESI
Ecco perché, per dimostrare questa teoria, Sven Enerback, un ricercatore dell’ università di Goteborg (Svezia), ha reclutato 5 volontari e li ha sottoposti a continui pediluvi gelati. Lo scienziato prima li ha chiusi in una stanza fredda per due ore e li ha sottoposti a una Pet (tomografia a emissione di positroni) che ha illuminato le parti del loro corpo che stavano aggredendo le riserve di glucosio, per stanare le loro riserve di grasso bruno. Enerback ha poi chiesto ai volontari di mettere i piedi a intermittenza in una bacinella di acqua fredda per raffreddare il loro corpo.
Risultato? I depositi di grasso bruno comparivano ogni volta che la temperatura del loro corpo crollava. Mentre quando questa risaliva, il grasso bruno si disattivava.
Provare non costa niente… l’ inverno è alle porte!