Per individuare in anticipo il rischio di andare incontro al tumore al seno, oggi esiste un esame delle urine che valuta il rapporto tra 2 metaboliti (prodotti del metabolismo): l’ estrone 2 e l’ estrone 16. Messo a punto negli Stati Uniti, il test arriva in Italia grazie all’ attività di ricerca del centro di analisi Fleming di Brescia.
Si è dimostrato, infatti, che il tumore al seno è ormone-sensibile ed è per questo che la prolungata esposizione agli estrogeni (principali ormoni femminili) è un fattore di rischio determinante per lo sviluppo del tumore al seno.
In particolare, le donne con un ciclo mestruale precoce (prima di 12 anni) e con menopausa tardiva (oltre i 50 anni) hanno un rischio di tumore al seno molto più alto. Gli esperti hanno osservato che le donne con prevalenza dell’ estrone 2 sono più protette rispetto a quelle che producono maggiormente l’ estrone 16.
Per prevenire lo sviluppo del tumore al seno, si può prendere l’ indolono-3-carbionolo, una sostanza presente nelle crucifere (cavolo e cavolfiore) che favorisce la formazione di estrone 2 protettivo.
Non bisogna mai dimenticare che la prevenzione del tumore al seno, come in qualsiasi malattia, salva la vita, prima si scopre la malattia, maggiori sono le possibilità di successo del trattamento. E’ estremamente importante conoscere i segnali d’ allarme, un nodulo di qualsiasi dimensione, o un indurimento della mammella, un cambiamento della forma del seno o un disagio persistente, secrezioni dal capezzolo, non correlate ai sintomi di una gravidanza.