Negli ultimi anni in Italia il numero degli interventi di chirurgia plastica sono cresciuto del 65% (dati Censis/Sicpre), ci sono anche casi in cui il chirurgo rifiuta di operare, c’ è chi vede imperfezioni dove non ce sono, chi ha aspettative irrealistiche o chi vuole fare un intervento non per se stesso, ma per compiacere qualcun altro. L’ errore è avvicinarsi alla chirurgia plastica con le motivazioni sbagliate, l’ equilibrio è la base della scelta, bisogna entrare nell’ ottica che il bisturi non è sufficiente a migliorare la propria vita o a risolvere tutti i problemi, non è, insomma, una bacchetta magica.
Nelle persone che hanno già un buon equilibrio, la chirurgia plastica può migliorare non solo l’aspetto, ma può aumentare l’autostima e migliorare i rapporti sociali, ma non basta, in alcuni casi il chirurgo plastico deve dire no. Ci sono persone che non hanno un senso reale della propria immagine, si credono o troppo belli o troppo brutti. Vedono difetti enormi dove in realtà non ce ne sono, oppure portano la foto dell’ attrice famosa credendo che basti modificare un particolare per completare la somiglianza. Sono casi che devono allertare il chirurgo perché di solito questi pazienti non si dimostreranno equilibrati in seguito nel valutare i risultati dell’ intervento.
C’ è anche la donna obesa che con la liposuzione aspira ad entrare nella taglia 40, il risultato della chirurgia plastica potrebbe creare frustrazioni alla paziente che si aspettava ben altro. Si chiamano “dismorfofobici” coloro che dedicano un’ attenzione patologica al proprio aspetto fisico, prr ogni difetto che risolvono, ne individuano altri dieci. In realtà nascondono disagi di natura psicologica.
Davanti a richieste eccessive o condizionate dalla moda del momento, bisogna saper rifiutare, per rispettare l’ armonia del proprio, un’ ottava di reggiseno. Ultimamente, le persone tendono a informarsi di più e a orientarsi su richieste più ragionevoli, che portano a risultati più naturali: non vogliono più stravolgere il proprio aspetto, ma ringiovanire o migliorare qualche parte di sé con cui non si convive bene.
Vanno anche bocciate le richieste di ricorrere alla chirurgia plastica spinte da qualcun altro, il caso più frequente è quello delle donne che vogliono fare un lifting o rifarsi il seno per salvare un matrimonio traballante. Il colloquio preliminare serve per capire quali sono i veri obiettivi dell’ intervento.
Alessandro Gennai – Laureato in Medicina e Chirurgia all’ Università degli studi di Modena, è socio della Eafps, European Academy of Facial Plastic Surgery.
Lo studio si trova in via delle Lame a Bologna
(www.gennaichirurgia.it)
arturo 16 Settembre 2010 il 19:16
oggi il chirurgo verso cui mi sono rivolto ha detto che si rifiuta di sottopormi ad un intervento chirurgico. mi ha proposto soluzioni diverse di medicina estetica. ma devo dire che non ha cercato di “vendermi” neppure questo tipo di trattamenti.
in effetti sono tornato a casa un pò giù ma in fondo contento, per essermi rivolto ad un’organizzazione competente e professionale.
complimenti per questo articolo. spero possa essere d’aiuto a tante persone.