Un fastidioso mal di testa, senso di pesantezza oppure una strana irritazione alla pelle. Chissà quante volte abbiamo avuto questi disturbi e li abbiamo archiviati come piccoli, banali inconvenienti quotidiani, magari legati a un pranzo sbagliato, troppo abbondante oppure allo stress. Invece, dietro a questi sintomi potrebbe nascondersi un’ intolleranza alimentare, un problema molto più diffuso di quanto si possa pensare e in continua crescita. E, spesso, l’ argomento è avvolto da dubbi e confusione. Tutto questo allontana la diagnosi e rende più difficile anche la cura. Ecco perché diventa fondamentale fare chiarezza.
La differenza fra allergia e intolleranza alimentare
L’ allergia è una reazione del sistema immunitario di fronte a certi alimenti e sostanze. Si manifesta con forti problemi intestinali e cutanei e può portare addirittura allo shock anafilattico. Invece, l’ intolleranza alimentare è una sensibilità eccessiva a certi cibi. I sintomi sono più leggeri, ma non per questo meno importanti. Se l’ allergia è un problema permanente, l’ intolleranza alimentare è temporaneo, ma anche molto più diffuso. Infatti, di allergia soffre in media un italiano su 10, mentre l’ intolleranza coinvolge 6 persone su 10.
L’ ipersensibilità verso alcuni cibi è una predisposizione che già esiste ma che si manifesta in alcuni momenti della vita. A volte, invece, il problema è provocato dalla dieta. Infatti, se si mangia in modo squilibrato e si esagera con una determinata sostanza, il nostro organismo si ribella e ne diventa intollerante. Tra i cibi può a rischio farina, latte, lieviti e grassi vegetali. Tutti molto usati nell’ alimentazione italiana.
I sintomi da non sottovalutare dell’ intolleranza alimentare
Mal di testa ricorrenti, bruciore di stomaco e colon irritabile, dermatiti ed eczemi, arrossamenti e ruvidità della pelle soprattutto sulle gambe, Nei casi più seri, arrivano anche stanchezza cronica e sovrappeso, accompagnato da cellulite e ritenzione idrica. Il problema è che si tratta di sintomi subdoli, spesso associati anche ad altri piccoli problemi. Infatti, non è raro sottovalutare a lungo la questione e impiegare mesi per avere una diagnosi precisa.
Gli esami per scoprire le intolleranze alimentari
Il più affidabile è il Dria. Il medico fa sedere il paziente su una sedia speciale, in modo che possa lavorare solo il quadricipite. Intanto si somministrano sotto la lingua alcune gocce delle sostanze e si monitorano, mano a mano, i movimento delle gambe. Quando c’ è un’ intolleranza alimentare, infatti, si verifica un notevole calo di forza nell’organismo.
Sbagliato eliminare l’ alimento a cui si è ipersensibili
E’ un errore da non fare, la soluzione è la dieta a rotazione. Ovvero si mangia la sostanza problematica per un giorno e la si evita per tre. Si prosegue così per alcune settimane e poi gradualmente si introduce più spesso il prodotto nel menù. Questo dà modo all’ organismo di disintossicarsi e poi riabituarsi al cibo che non si tollera. Invece, eliminandolo totalmente, si rischia di diventare ancora più sensibili. E quando si ricomincia ad assumerlo si sta molto peggio.
La dieta a rotazione dura sei-otto mesi. Alla fine si è completamente guariti e si può mangiare il cibo incriminato con tranquillità. E niente paura: si tratta di una dieta assolutamente fattibile e non restrittiva. L’ importante è essere costanti. E non scegliere il fai da te: le intolleranze alimentari si risolvono sempre con l’ aiuto di un esperto, che propone visite, test, dieta e controlli.
Se l’ intolleranza alimentare a una sostanza può essere legata a un’ alimentazione squilibrata, la regola numero uno è seguire menù sempre diversi e bilanciati. Per esempio, è sufficiente mangiare la carne 3 volte alla settimana e introdurre il pesce almeno 3-4 volte. Sì alle zuppe con legumi e cereali due volte alla settimana. Lo stesso vale per le uova. Nessun limite, invece, per frutta e verdura, che vanno mangiate a volontà. Importanti anche i metodi di cottura: è meglio cambiare spesso, privilegiando comunque le preparazioni semplici, al vapore, al forno e alla griglia.
Attenzione agli incroci
Quando si parla di intolleranza alimentari, c’ è un fenomeno da non sottovalutare: gli incroci. Si tratta del legame tra allergie e vere e proprie ad alcune sostante e intolleranze alimentari. Per esempio chi è allergico a piante e pollini è ipersensibile anche ad alcuni cibi. Facciamo qualche esempio. Chi soffre di allergia alle graminacee, è intollerante a pomodoro, kiwi, agrumi, frumento e mais. Invece, chi è allergico alle betullacee, dovrebbe stare attento a mela, pera, patata e frutta secca. Per questo, è utile rivolgersi a un esperto, che consiglierà tutti gli esami utili per verificare possibili allergie e cambiare, se serve, la propria alimentazione.
Silvana 12 Novembre 2010 il 18:02
Bellissimo articolo!!! Molto molto molto interessante!