L’ ipertensione è molto diffusa nei paesi industrializzati, si valuta che il 50% delle persone ipertese non sa di esserlo, il rischio individuale di svilupparla durante il corso della vita è addirittura del 90%. In Italia, il 31% della popolazione è iperteso e il 17% è sul punto di diventarlo. Sono cifre allarmanti, perché l’ ipertensione è tra i primi fattori di rischio dell’ infarto e dell’ ictus, al punto che si stima sia responsabile di circa 7 milioni di morti all’ anno nel mondo. Bastano poche considerazioni a far comprendere quanto sia importante approfondire la conoscenza di questa condizione per imparare a prevenire l’ ipertensione e controllarla.
Cos’ è l’ ipertensione
Pompato con forza dal cuore, il sangue esercita una pressione sulla parete delle arterie che lo distribuiscono nell’ organismo. È quella che si chiama “pressione sanguigna”, che il medico talvolta ci misura come importante indice di salute. Dal momento che il cuore batte a intervalli regolari, possiamo distinguere una pressione “massima” (tecnicamente “sistolica”) che si sviluppa nel momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie, e una pressione “minim” (“diastolica”) che corrisponde invece alla pressione che rimane nelle arterie nel momento in cui il cuore si ricarica di sangue per il battito successivo. In una persona sana, tanto la pressione “minima” che quella “massima” devono rimanere entro certi limiti, nel caso superino stabilmente questi valori si parla di ipertensione arteriosa.
L’ ipertensione non è una malattia di per sé, ma aumenta la probabilità di essere colpiti da infarto cardiaco e ictus cerebrale. Il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari cresce con l’ aumentare dei valori di pressione arteriosa: una persona con pressione massima di 120 mmHg (considerati assolutamente normali) ha comunque un rischio cardiovascolare leggermente più alto di chi abbia una massima di 110 mmHg. Nonostante questo, l’ orientamento generale è quello di intervenire con una terapia, anche farmacologica, solo quando la pressione massima raggiunga o superi i 140 mmHh e la minima i 90 mmHg, livelli a cui l’ aumento di rischio inizia ad essere davvero significativo. Oggi sono disponibili cure molto efficaci, che permettono di eliminare praticamente in modo completo questo rischio aggiuntivo, ma l’ esistenza di cure non deve far perdere di vista l’ importanza della prevenzione.
Cause dell’ ipertensione
Come per il colesterolo, anche per l’ ipertensione esistono due forme: quella “secondaria” e quella “primaria” o “essenziale”, in questo caso, però, sono entrambe cattive. L’ ipertensione secondaria si può considerare il risultato di una determinata malattia (molto spesso una patologia renale) e, a volte, la guarigione dalla malattia porta alla scomparsa dell’ ipertensione. In media, però, solo in un paziente iperteso su venti si riesce a individuare una causa specifica dell’ ipertensione: nella maggior parte dei casi, invece, le indagini e gli accertamenti diagnostici più comunemente utilizzati non evidenziano alcuna malattia che possa essere considerata responsabile.
Questa ipertensione è causata dall’ effetto combinato di fattori genetici e di fattori ambientali: le ricerche scientifiche più recenti indicano che la comparsa di ipertensione è sicuramente favorita dall’ obesità, dall’ inattività fisica, dallo stress e dal fumo, ma non c’ è dubbio che tra i fattori ambientali, grande importanza rivestano quelli dietetici, ed esistono numerose riprove cliniche di miglioramento o normalizzazione dei valori pressori con alcune opportune modifiche al regime alimentare.