Ormai sono in vendita in quasi tutti i supermercati, ma bisogna essere sicuri dell’ acquisto dei cibi adatti ai celiaci che, per chi soffre di questa intolleranza, dovrebbe dire addio a pane, pasta e pizza a base di frumento, segale, orzo, avena e kamut che contengono il glutine, una proteina che danneggia l’ organismo di chi è intollerante. Per fortuna, l’ industria alimentare, grazie a tecnologie mirate, oggi offre un’ ampia scelta di prodotti “gluten free” in farmacia e al supermercato.
Questi alimenti sono un po’ più cari degli altri, ma in caso di celiachia te li paga lo Stato. Basta che ti rivolga alla tua Asl munita di certificato che attesti la tua malattia. Ti verrà rilasciata l’ autorizzazione a ricevere buoni gratuiti fino a un valore di 90 euro al mese (140 euro per gli uomini) da utilizzare in farmacia e al supermercato.
Gli alimenti per celiaci erogati dall’ Asl sono riconoscibili dal logo verde del Ministero della Salute che ne controlla la sicurezza; entro il 2012 questa certificazione sarà uniformata in tutta Europa. Rientrano in questa categoria, però, solo i cibi sostitutivi indispensabili, come pane e pasta privati di glutine, la cui presenza non deve superare i 20 ppm (parti per milione, corrispondenti a 20 mg/kg).
Per il resto, c’è ampia scelta di prodotti specifici per celiaci, dai piatti pronti al gelato, dalla pizza al panettone. Basta leggere le etichette. Puoi trovare varie diciture, da “contiene solo tracce di glutine” a “minima presenza di glutine”, ma i cibi sicuri al 100% riportano la scritta “senza glutine”.
Una sicurezza in più la dà il marchi barrata rilasciato dall’ Aic e dalle sue consorelle europee, utile anche per escludere l’eventualità di contaminazioni da glutine nei processi di lavorazione. Ciascuna associazione per le verifiche segue modalità diverse: quelle dell’ Aic sono le più rigorose e dal 2011 verranno estese a livello europeo.
L’elenco dei cibi certificati Aic si trovano sul sito www.celachia.it. Sul fronte dei sapori, invece, c’è ancora qualche difficoltà. Renderli più appetitosi è la sfida in cui è impegnata ora l’industria alimentare.