Originario della Cita e del Giappone, l’albero del ginkgo è l’ultimo rappresentante di una specie botanica risalente a 280 milioni di anni fa, ed è considerato un fossile vivente e pianta che vince il tempo. Ha resistito perfino ai residui della bomba di Hiroshima. La fitoterapia attribuisce al ginkgo una funzione anti età estremamente efficace. Aiuta sia nella prevenzione che nella cura dell’invecchiamento, favorisce la memoria, la concentrazione, l’equilibrio psicologico e la coordinazione dei processi motori.
Per esser più chiari: il ginkgo aumenta la capacità di prestazione generale ai livelli di una persona più giovane. Protegge le cellule dall’aggressione dei radicali liberi e può ripristinare la funzione danneggiata dei mitocondri, i distributori di energia delle cellule cerebrali. Il ginkgo migliora notevolmente l’approvvigionamento energetico e le cellule nervose possono lavorare di nuovo in maniera ottimale.
Il ginkgo svolge un’azione benefica sulla circolazione venosa, arteriosa e soprattutto per quella cerebrale, dimostrata da numerose prove cliniche. Aumentando l’afflusso di sangue al cervello migliora l’acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine e l’abilità cognitiva.
Migliora anche la circolazione periferica riducendo la sensazione di freddo alle estremità, i dolori intermittenti alle gambe e i crampi. Il ginkgo è utile anche nel trattamento di neuropatie diabetiche, degenerazione maculare e altri problemi circolatori.
Qualche anno fa dalla Francia è giunta la notizia che ha fatto pensare che il ginkgo possa essere utilizzato anche nelle persone affette dall’Alzheimer per rallentare l’evoluzione della malattia.