L’infarto intestinale è l’interruzione, per lo più improvvisa, di afflusso di sangue all’intestino. E conseguente all’occlusione di una delle due arterie mesenteriche che irrorano tutto l’intestino. Questa mancanza di sangue può provocare danni più o meno estesi, fino alla necrosi, ovvero la morte, di una parte dei tessuti, proprio come avviene al cuore. L’occlusione che causa l’infarto intestinale, solitamente ha due origini: può avvenire a causa di un trombo derivante da una placca arteriosclerotica oppure per un’embolia che parte dal cuore.
Questo succede di solito in persone con fibrillazione atriale, un disturbo dell’impulso elettrico che regola il battito del cuore, provocando un’aritmia. Questa aritmia può creare come dei gorghi nel flusso sanguigno che danno origine ai trombi e quindi agli emboli.
Per evitare il rischio di infarto intestinale a chi soffre di aritmia cardiaca e di fibrillazione atriale viene sempre data una terapia anticoagulante per bocca: si tratta di farmaci da prendere tutti i giorni che hanno la funzione di rendere più fluido il sangue.
L’infarto intestinale ha sintomi caratteristici, che sono un dolore improvviso alla parte bassa dell’addome di tipo continuo e fisso. Se non si agisce velocemente questo dolore può estendersi a tutto l’addome per la perforazione delle pareti intestinali.
Proprio per questo motivo le persone che soffrono di aterosclerosi o aritmie cardiache o le persone molto anziane, al comparire di un dolore intestinale devono recarsi subito al pronto soccorso. Una volta fatta la diagnosi di infarto intestinale si deve intervenire asportando la parte danneggiata. Se si opera in tempi brevi la ripresa è ottima, ma può anche succedere che l’intestino si danneggi in modo irreversibile.