Finora il vaccino contro il Papilloma Virus era raccomandato a ragazze in età preadolescenziale (9-12 anni), poiché a quest’età le ragazze, in genere, non hanno avuto occasione di trasmissione sessuale al contagio di Papilloma Virus. Allo stesso tempo si consiglia anche di estenderlo alle donne di 25-26 anni. Non a caso da tempo il Ministero della Salute ha stabilito l’inizio delle campagne vaccinali in tutte le regioni, per queste fasce di età.
Secondo i dati ufficiali, il vaccino contro il Papilloma Virus ha prevenuto, in donne tra i 24 e 45 anni che non risultavano infette dal relativo tipo virale contenuto nel vaccino al momento della vaccinazione, il 92% delle patologie cliniche correlate ai tipi di Papilloma Virus di tipo 6, 11, 16 e 18 incluse le lesioni precoci e pre-cancerose del collo dell’utero, le lesioni pre-cancerose della vulva e vagina e i condilomi.
I risultati dimostrano che il vaccino ha un’efficacia anche in donne di età più avanzata e che quindi anche le donne più mature possono trarne benefici. Oltre al cancro dell’utero, a centinaia di migliaia di donne sono diagnosticate altre patologie genitali da Papilloma Virus umano che si manifestano prima del cancro del collo dell’utero e che colpiscono altri organi genitali oltre al collo dell’utero. Queste patologie includono lesioni pre-cancerose e cervicali, cancro della vulva e della vagina, lesioni precancerose della vulva e della vagina e condilomi genitali.
I condilomi inoltre possono causare ansia che può incidere sulle relazioni personali. Anche se efficaci nel breve termine, le terapie ablative sono fisicamente dolorose e le percentuali di recidiva possono essere alte, in quanto solo la lesione visibile viene eliminata mentre l’infezione permane. Da qui l’importanza della prevenzione applicabile con il vaccino contro il Papilloma Virus.