Ormai usiamo i farmaci generici da 10 anni, ma ancora non si è pienamente convinti che i farmaci generici siano efficaci quanto quelli di marca, ad oggi solo il 10% dei pazienti li sceglie, ma la piena maturità dei livelli Ue (dove toccano il 50%) è lontana. E le accuse non mancano: oggi persino alcuni medici iniziano a lamentare una diversa efficacia e tollerabilità dei farmaci generici rispetto a quelli di marca, e a volte sostengono che gli equivalenti non sono sempre ugualmente efficaci tra loro.
Il dottor Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, sentenzia che è impossibile, se mai dovesse accadere, non dipende dai farmaci generici. I fattori che influiscono su un farmaco sono diversi: innanzitutto quelli ambientali (clima, conservazione) e poi quelli individuali (quel giorno l’organismo può reagire diversamente). E queste variabili valgono per tutti i tipi di farmaci.
Quanto agli eccipienti contenuti nei farmaci generici, sono sostanze associate ai farmaci per dargli un gusto migliore o per rendere effervescente una pastiglia. Possono permettere a un medicinale di essere assimilato più in fredda, ma non influire sulla sua efficacia.
La legge per i farmaci generici impone che 4 parametri siano uguali al farmaco di riferimento: la purezza del principio attivo, la quantità impiegata, il tempo di dissoluzione in acqua e la concentrazione ematica, cioè la quantità di farmaco che si ritrova nel sangue della persona. A vigilare ci sono l’Agenzia del farmaco e l’Istituto Superiore di Sanità.
In due situazioni è meglio non passare ai farmaci generici, nel caso di medicinali anticoagulanti o antiepilettici. Sono molto personalizzati, vengono cioè prescritti in terapie calibrate ad hoc sul singolo paziente. Qualunque sostituzione con un farmaco nuovo può portare a rischi che il medico curante deve prima ponderare con grande attenzione. Per esempio una maggiore o minore coagulazione del sangue, una crisi epilettica non prevista. Insomma, il rischio possibile è legato al cambiare farmaco in corso d’opera. Quindi, per massima cautela, di solito si usa lo stesso medicinale, di marca o no. Però, se la terapia parte con un farmaco equivalente, non c’è rischio.
Matteo 2 Marzo 2011 il 18:54
Le faccio una domanda perchè in Italia il generico può essere con una concentrazione più o meno 20% e in altri paesi d’Europa i generici hanno una tolleranza molto minore?
Natale 4 Marzo 2011 il 16:12
SBAGLIATO,
“La legge per i farmaci generici impone che 4 parametri siano uguali al farmaco di riferimento: la purezza del principio attivo, la quantità impiegata, il tempo di dissoluzione in acqua e la concentrazione ematica, cioè la quantità di farmaco che si ritrova nel sangue della persona.”
La legge NON impone che i parametri siano UGUALI, ma che ricadano in un intervallo del + o – 20% rispetto a quelli del farmaco di marca (CHE E’ BEN DIVERSO!!!), inoltre i parametri in questione non sono quelli citati ma:
1- Biodisponibilità (cioè la quantità di farmaco che si ritrova nel sangue della persona);
2- Tempo di picco massimo (cioè, il tempo al quale dopo somministrazione si raggiunge la concentrazione massima);
3- Concentrazione massima raggiunta nel sangue.
Tutto ciò rende il “generico” equivalente dal punto di vista terapeutico al farmaco di marca MA NON UGUALE. Equivalente significa simile ma non identico, come il voltaren è simile e non identico all’aulin, etc. etc.
P.S. visto che io ho dovuto mettere il mio nome (ed anche l’e-mail) per postare questo commento, sarei curioso di sapere chi sia il giornalista che ha scritto questo articolo così ben documentato…
n.n. 29 Marzo 2011 il 19:21
i farmaci equivalenti sono poco conosciuti rispetto al farmaco di marca perchè le case farmaceutiche non anno nessuna convenienza,in pratica se fossero più conosciuti le case farmaceutiche avrebbero solo da perdere e non perchè l’equivalente sia meno efficace.
lena 1 Maggio 2011 il 16:40
le chiamano benzodiazepine ma in realta sono farmaci ansiolitici .I giornali scrivono era sotto effetto di sostanze stupefacenti ed avuto un incidente benzodiazepine.I nomi li conosciamo quasi tutti,circa dieci milioni di italiani ne fanno uso per lo stato ansioso e attacchi di panico.Non tutti sanno
che le benzodiazepine principio attivo di molti farmaci in commercio per lo stato ansioso usate da 10 milioni di italiani,
con le nuove disposizioni del codice della strada violano l’art. 187 cds e quindi e reato mettersi alla guida sotto il loro effetto
Le più comuni BDZ ad azione prevalentemente ansiolitica sono:
Emivita breve-intermedia :
Lorazepam (Tavor, Control, Lorans, Lorazepam Dorom)
Oxazepam (Serpax, Limbial)
Emivita intermedia
Alprazolam (Xanax, Frontal, Valeans, Mialin)
Bromazepam (Lexotan, Compendium)
Clotiazepam (Tienor, Rizen)
Etizolam (Depas, Pasaden)
Emivita lunga:
Diazepam (Valium, Ansiolin, Tranquirit)
Clordemetildiazepam (En)
Clordiazepossido (Librium)
Ketazolam (Anseren)
Prazepam (Prazene, Trepidan)
Le più comuni BDZ ad azione prevalentemente ipnoinducente sono:
Triazolam (Halcion, Songar) emivita breve
Brotizolam (Lendormin) breve
Estazolam (Esilgan) emivita intermedia
Lormetazepam (Minias) intermedia
Flunitrazepam (Darkene, Valsera, Roipnol) emivita lunga
Flurazepam (Dalmadorm, Felison, Valdorm) lunga
Nitrazepam (Mogadon) lunga
Quazepam (Quazium) lunga
Rivoltril (Clonazepam)
Pena: ritiro patente,confisca del veicolo,arresto da 3 mesi a sei mesi,multa da 800 a 3000 euro.Malgrado incidente le varie compagnie
di assicurazione non pagano i danni arrecati.
mario 14 Febbraio 2012 il 19:33
Chi mi può dire come sostituire il Tienor 1o mg con un farmaco generico e che costi meno?!