La stanchezza, per lo più associata a un senso di sonnolenza, è ritenuta uno dei segnali dell’avvio di una gravidanza come la nausea e le cosiddette voglie. Questo sintomo va collegato soprattutto al superlavoro cui l’organismo della donna è sottoposto per il graduale sviluppo del feto all’interno del pancione. In genere, la fase in cui si evidenzia maggiormente corrisponde proprio al primo trimestre di attesa: in questo periodo infatti, il corpo della futura mamma non si è ancora abituato alle profonde trasformazioni che va subendo e tende appunto a fare più fatica della norma.
Una volta superata questa fase, invece, grazie al progressivo adattamento alla nuova condizione, queste sensazioni si riducono a via via si recuperano le energie. Vi sono, comunque, anche altri fattori che favoriscono la persistenza di una certa stanchezza.
Il senso di sonnolenza che spesso alla futura mamma capita di provare durante lo svolgimento delle abituali attività quotidiane e negli orari più insoliti in molti casi è dovuto all’alterazione dei ritmi del sonno notturno: l’insonnia corrisponde, di fatto, a uno dei disturbi più frequenti della gravidanza e risulta connessa a cause diverse.
Tra queste rientrano anzitutto le variazioni ormonali attivate a partire dal concepimento come la più elevata produzione di progesterone che comporta effetti anche sul sonno della gestante riducendo la quantità di sonno REM (dall’acronimo Rapid Eyes Movement, rapido movimento oculare), cioè la fase del sonno più profondo in cui il cervello elabora i sogni. A questo si aggiungano, soprattutto a partire dal quinto mese, l’aumento di volume del pancione e i movimenti del feto, via via più frequenti e percepibili, che ostacolano un adeguato riposo.
È importante cercare di assecondare il bisogno di riposo espresso dall’organismo concedendosi brevi sonnellini o pause di relax durante il giorno: quando ci si sente stanche o affaticate a volte può bastare sdraiarsi una decina di minuti sul divano per recuperare energie.
Inoltre, è importante sapere che riposare non significa necessariamente dormire: quello che conta, infatti, è riuscire a rilassarsi, a staccare per un po’ da ciò che ci sta impegnando facendo qualcosa di diverso come, per esempio, leggere un libro, ascoltare della musica o fare dello yoga. In altri casi, invece, un vero sonnellino può essere più efficace, ma bisognerebbe evitare di dormire troppo in quanto ciò potrebbe ostacolare l’addormentamento alla sera.
Nel caso infine che il senso di affaticamento sia molto intenso è consigliabile rivolgersi al proprio ginecologo che potrebbe consigliare di ridurre o evitare del tutto le attività più stancanti almeno per qualche tempo.