Se avvicinando il viso alla bocca del vostro bambino percepite che il suo alito sa di frutta, molto probabilmente il piccolo soffre di acetone. Si tratta di un disturbo piuttosto comune che nella maggior parte dei casi compare quando, in condizioni di affaticamento connesse per esempio a febbre alta, sforzo fisico, digiuno o dieta squilibrata, l’organismo del bimbo brucia più in fredda gli zuccheri disponibili e, per poter continuare a soddisfare il suo fabbisogno di energia, inizia ad attingere alle riserve dei grassi.
L’assunzione di queste sostanze però si associa alla produzione di corpi chetonici, particelle difficili da smaltire se prodotte in quantità eccessiva: tra esse rientra appunto l’acetone che viene eliminato dall’organismo tramite le urine e la respirazione e, quando viene in contatto con l’aria, sprigiona un tipico odore di frutta matura.
Nella maggior parte dei casi l’acetone corrisponde quindi alla conseguenza di un disturbo già in corso e rappresenta un fenomeno transitorio che si supera facilmente attraverso l’adozione di rimedi di tipo alimentare: in pratica è necessario reintegrare gli zuccheri e in tal modo evitare appunto che l’organismo continui a bruciare le riserve di grassi.
Il principale sintomo di un bambino che soffre di acetone è il vomito, alimentare, liquido e, in alcuni casi, di acquoso e colore verdastro. Gli attacchi di vomito sono di solito accompagnati da febbre, oltre a mal di pancia e mal di testa.
Se il vomito è intenso e frequente, il pediatra potrebbe innanzitutto prescrivere al piccolo un farmaco antiemetico per superare la crisi, dopo di che, per reintegrare le sue scorte di energia, è consigliabile offrirgli bevande zuccherate e dare da mangiare fette biscottata con miele (dopo l’anno), biscotti secchi, riso e pasta con olio extravergine e grana grattugiato.
Per verificare che l’acetone stia diminuendo si può utilizzare un apposito stick reagente, acquistabile in farmacia, da mettere in contatto con qualche goccia di pipì del bimbo: in base alla diversa colorazione assunta sarà appunto possibile stabilire il livello di acetone e la sua progressiva riduzione. Nel giro di 2-3 giorni, le condizioni dovrebbero comunque risolversi.
In alcuni casi invece la presenza di acetone è indietro di una difficoltà congenita del metabolismo che determina una predisposizione all’acetonuria (ovvero alla presenza nelle urine di corpi chetonici tra cui rientra l’acetone. Anche questo problema, tende a risolversi in modo spontaneo con la crescita (in genere, dopo i 5 anni), la progressiva maturazione degli organi interni e il miglioramento delle capacità metaboliche.