Siamo abituati a chiamarlo dolore al collo cervicale, ma in realtà con questo termine si intendono solo le prime sette vertebre della spina dorsale. Il dolore localizzato in questa zona si chiama invece cervicalgia e, a seconda delle vertebre coinvolte, può irradiarsi alla nuca e alla testa, alle spalle e alle scapole oppure, nelle situazioni più serie, alle braccia fino alle dita (in questo caso di parla di carvicobrachialgia). È un disturbo piuttosto frequente tanto quanto la lombalgia ma rispetto a questa è forse più trascurato: mentre il mal di schiena è tra le cause principali di assenza dal lavoro, il dolore al collo è un disagio che, a meno che non sia serio, interferisce meno con le normali attività.
Nell’80-85% dei casi la cervicalgia è provocata da microlesioni dei tessuti molli che compongono il collo, dovute principalmente a posture forzate e innaturali mantenute a lungo. Succede a chi, lavorando tutto il giorno al computer o anche solo guardando la televisione, tende a stare con il collo allungato o inclinato da una parte oppure a chi, come gli studenti, resta chino sui libri per ore. Se il dolore, che spesso si cronicizza, è intenso, si può prendere un antinfiammatorio o il paracetamolo, che ha effetto analgesico. Le pomate, agendo solo in superficie, non sono molto efficaci.
Quando il collo è dolorante e contratto al punto che non si riesce a ruotarlo e fletterlo oltre un certo punto, si parla di torcicollo. In genere compare al mattino appena svegli e dunque la colpa potrebbe essere di un’errata posizione notturna ma anche, durante il giorno, di un movimento brusco. Il motivo esatto del torcicollo non si conosce, ma certamente non sono i colpi d’aria a provocarlo. In genere il torcicollo si risolve spontaneamente, nel giro di 24 ore. Per attenuare il disturbo è utile tenere il collo al caldo e, all’occorrenza, prendere un antinfiammatorio.
Un dolore al collo che s’irradia al braccio e, talvolta, anche alle gambe, accompagnato da perdita di forza, di sensibilità e di riflessi alle braccia può essere la spia di un’ernia del disco cervicale. Capita quando la parte interna (nucleo) di un disco che sta tra le vertebre del collo fuoriesce dalla sua capsula fibrosa, comprimendo le radici nervose. Lo specialista è in grado di capire già dalla visita se si tratta di ernia, ma per confermare la diagnosi è necessario sottoporsi a una risonanza magnetica o una Tac. Generalmente il danno non è serio, perciò si ricorre a farmaci analgesici e antinfiammatori e, dopo i primi 15 giorni, a terapie manuali ed esercizi specifici da eseguire sotto la guida di esperti. Se però dopo un mese il dolore persiste o anche prima se è insopportabile, l’ernia può essere risolta chirurgicamente.
Vediamo qualche esercizio, che è possibile eseguire da soli in qualunque luogo e momento della giornata per prevenire i dolori.
Per rinforzare i muscoli: con una mano appoggiata sulla fronte, spingere con forza testa e collo contro di essa per circa 10 secondi. Ripetere l’esercizio per quattro cinque volte.
Per migliorare la mobilità articolare: flettere il collo in avanti, indietro e di lato arrivando fino a dove fa male, senza forzare. Ripetere otto dieci volte per ogni direzione.
Per potenziare la qualità e la sensibilità del movimento: immaginare di scrivere delle parole con il naso, in modo da ruotare e flettere il collo in più direzioni.
Per migliorare l’equilibrio: camminare in punta di piedi oppure su un piede solo, prima a occhi aperti, poi chiusi.
libera 6 Settembre 2011 il 11:19
Se accadesse di frequente proverei con l’omeopatia
http://www.omeopatiadinamica.it/wordpress/2011/09/clinica-omeopatica/dolore-artro-muscolare/omeopatia-unicista-per-la-cura-del-torcicollo/