L’iperacusia non è una malattia, bensì un sintomo, un disturbo uditivo, che consiste in un’intolleranza più o meno marcata all’ascolto dei suoi più comuni.
Non parliamo solo di musica e televisione ad alto volume, che possono dare fastidio a molte persone, ma anche e soprattutto di rumori quotidiani che normalmente non costituiscono un problema, come una porta che sbatte, una pentola che cade, la sirena di un’ambulanza. Se non si interviene subito, si può addirittura arrivare a non riuscire a sopportare nemmeno le voci umane, ma queste per fortuna sono situazioni piuttosto rare. In Italia soffre di iperacusia l’1,5 per cento dei casi questo disturbo va di pari passo con un altro disturbo, gli acufeni, ossia quei fischi, soffi o ronzii e soggettivi percepiti in assenza di stimoli sonori esterni.
L’iperacusia talvolta può essere provocata da un leggero calo di udito o da piccole alterazioni uditive a livello della coclea, quindi dell’orecchio interno, che determinano una distorsione dei suoni, ma può essere anche la conseguenza di otiti ricorrenti. Inoltre, come nel caso degli acufeni, può esserci una certa predisposizione familiare a soffrirne. Se il problema non viene trattato per tempo, può degenerare in misofonia, ovvero l’allergia ai rumori, può esasperarsi fino a portare all’isolamento e accompagnarsi ad ansia e panico, o trasformarsi in fonofobia, un disturbo da trattare in ambito psichiatrico.
Se danno fastidio i rumori, quindi, non bisogna assolutamente perdere tempo, ma sottoporsi quanto prima a una visita audiologica e otorinolaringoiatrica per verificare l’eventuale presenza di un’alterazione uditiva. Dopodichè, se la diagnosi sarà effettivamente di iperacusia, bisognerà procedere con un trattamento di desensibilizzazione, che rieduchi gradualmente ai rumori ai quali si è divenuti ipersensibili: si tratta d i una vera e propria terapia del suono. È un po’ come quando, in caso di allergia ai pollini o alla polvere, gradualmente si reintroducono mediante il vaccino gli allergeni. Sconsigliati invece i tappi per le orecchie anche durante il giorno, perchè ciò può creare una vera e propria dipendenza.
Il primo passo in caso di iperacusia è rivolgersi a uno dei numerosi centri di cura presenti in Italia. Durante il primo incontro, un terapista esperto in acufeni e iperacusia spiega alla persona i meccanismi che sono alla base del disturbo e quali strategia terapeutiche dovranno essere adottate; in un secondo tempo l’addestrerà alla desensibilizzazione mediante l’uso di dispositivi sonori particolari, simili a piccoli apparecchi acustici, chiamati generatori di rumore.
Dopo le opportune spiegazioni, il trattamento può essere continuato a casa, la persona deve applicare questo dispositivo cinque sei ore al giorno, regolando ogni volta il volume in base alle indicazioni ricevute inizialmente dal terapista. Dopo tre mesi, si ritorna al centro per controllare l’andamento dell’iperacusia. Nella maggior parte dei casi il problema si risolte.