Imbottirsi di medicine solo perchè non si va in bagno tutti i giorni è inutile oltre che controproducente. Il consiglio, dunque, è quello di ricorrere ai lassativi, che in base al loro meccanismo d’azione si classificano in cinque gruppi principali, preferibilmente dopo aver consultato il medico. I lassativi di volume, così chiamati perchè aumentano la massa e la morbidezza delle feci se assunti assieme a tanta acqua, comprendono le fibre naturali contenute in frutta e verdura e in farine integrali.
Il prodotto più efficace è la crusca integrale, ma per chi non tollera sono disponibili preparazioni a base di metilcellulosa, ispagula e sterculia, sotto forma di polveri, granuli o capsule. Questi lassativi, dall’effetto modesto e tardivo, sono indicati in caso di emorroidi fistole anali, sindrome del colon irritabile e colite ulcerosa e si possono prendere due o tre volte al giorno fino a tre giorni consecutivi.
Impiegati principalmente per la pulizia intestinale prima di indagini radiologiche o interventi chirurgici addominali, i lassativi di contatto o stimolanti inducono una blanda infiammazione che fa aumentare la secrezione di acqua e di elettroliti e intensifica i movimenti propulsivi intestinali. I più utilizzati sono i derivati antrachinonici naturali come senna, aloe, cascara, frangula e rabarbaro e i composti sintetici come bisacodil e picosolfato sodico. Si assumono la sera prima di coricarsi sotto forma di estratti o miscele oppure di supposte e fanno effetto da sei a 12 ore dopo. Si usano alla minima dose efficace e per poco tempo.
Il docusato sodico e la paraffina liquida (olio di vaselina) sono lassativi emollienti, cioè si mescolano al materiale fecale e lo ammorbidiscono, facilitando l’espulsione. Ecco perchè sono indicati nelle persone che devono evitare sforzi durante la defecazione, come dopo un intervento di chirurgia addominale oppure in caso di emorroidi e ragadi. Le formulazioni per bocca fanno effetto in uno-due giorni, quelle rettali in un’ora al massimo.
L’effetto purgante più rapido è dato dai lassativi salini, come l’idrossido e i sali di magnesio, che vengono utilizzati solo prima di procedure endoscopiche, chirurgiche o radiologiche. Non vengono dunque considerati come trattamenti della stitichezza cronica. Le dosi prescritte, somministrate in genere sotto forma di clismi, permettono di produrre in alcune ore più di mezzo litro di feci liquide. Se assunti in eccesso possono provocare problemi ai reni.