Non è facile diagnosticare l’endometriosi, basti pensare che in media passano sette lunghi anni prima che qualcuno riesca a individuare la causa di quelle mestrauzioni dolorose e senza fine che ti affliggono ogni mese. Il problema è che così la malattia diventa datata, al punto che i farmaci non bastano più per contenerla e l’opzione chirurgica diventa l’unica praticabile. Ma come distinguere un’endometriosi da un ciclo mediamente più doloroso degli altri? I sospetti per la prima ipotesi devono sorgere se i dolori acuti prima e durante le mestruazioni, ci sono sangiunamento particolarmente abbondante e prolungato (oppure irregolare) e dolore durante il rapporto sessuale nella fase di penetrazione.
Altri sintomi dell’endometriosi dipendono dall’organo è la vescica si avrà bruciore alla minzione, mentre se l’organo interessato è l’intestino si potranno avere delle fitte simili a coliche. In alcune, poi, l’endometrosi appare localizzata, ma il dolore è intenso; in altre è più estesa e meno fastidiosa.
Purtroppo, ancora oggi questa malattia è sottovalutata e non riconosciuta. Il fatto che si arrivi alla diagnosi con un ritardo medio di sei-sette anni la dice lunga. In parte ciò dipende dai tabù che caratterizzano il concerto di ciclo mestruale (ci è stato insegnato che deve essere doloroso e che si è delle lagne se ci si lamenta troppo) e dalla difficoltà di parlare al medico di certi argomenti, come il dolore durante i rapporti sessuali.
Spesso, però, sono gli stessi medici a dare ai sintomi poco rilievo o interpretazioni inesatte. Da qui una serie di diagnosi sbagliate: cistite, appaendicite, sindrome del colon irritabile. Capita così che l’endometriosi venga individuata per caso, mentre si cerca di risolvere un altro problema, come l’infertilità, che spesso è conessa alla sua presenza.
Oggi la possibilità di tenere a bada l’endometriosi è decisamente buona, grazie a farmaci sicuri, efficaci e ben tollerati dalla maggior parte delle pazienti. In questi casi si usa innanzitutto la pillola anticoncezionale, perchè l’obiettivo primario è quello di bloccare l’ovulazione e, con essa, la crescita dell’endometrio.
Nella pillola contraccettiva sono contenuti due ormoni, un estrogeno e un progestinico, che simulano l’azione degli ormoni prodotti fisiologicamente dall’ovaio. I progestinici possono essere prescritti anche singolarmente, senza l’aggiunta di estrogeni. In situazioni non complicate generalmente si opta per la pillola contraccettiva classica, mentre se la sintomatologia è particolarmente grave può essere opportuno usare solo un pregestinico.