Fino a poco tempo fa, molti farmaci anti fame, gli anoressizzanti a base di anfetamine erano usati dai medici per curare i casi più seri di obesità, ma la loro prescrizione era riservata alle persone con un indice di massa corporea superiore a 30, in cui gli interventi dietetico-comportamentali non aveva prodotto alcun risultato. Agendo direttamente sul sistema nervoso, infatti, gli anoressizzanti favorivano irritabilità, insonnia, ansia, euforia, depressione, cefalea e tachicardia, assieme a un largo spettro di effetti collaterali sui singoli organi come l’aumento del battito cardiaco, problemi al cuore, ai polmoni e alla tiroide, e un’incidenza più elevata di infarti e ictus.
Pertanto, l’ uso degli anoressizzanti era riservato agli individui con obesità importante, che non soffrissero di cuore, di malattie della tiroide o di instabilità emotiva. Inoltre, questi farmaci potevano essere usati soltanto sotto lo stretto controllo del medico che forniva ai malati prescrizioni non ripetibili, in modo da evitare il possibile abuso di queste sostanze con conseguente dipendenza.
Gli anoressizzanti sono una categoria di farmaci molto vasta che agisce contro l’obesità in due modi: inibendo la sensazione di appetito a livello dei centri nervosi della fame presenti nel cervello e aumentando il metabolismo basale (a riposo) quindi portando a bruciare più calorie. Tra i più conosciuti ci sono i derivati delle amfetamine, come fentermina, fendimetrazina, fenilpropanolamina, mazindolo, che agiscono come stimolanti sul cervello favorendo una sensazione di euforia e diminuendo il senso di fatica e di appetito (alcuni vengono usati anche come droghe).
Seppure molto efficaci, gli anoressizzanti possono indurre una vasta gamma di effetti collaterali, con il rischio di sviluppare tolleranza e conseguente dipendenza fisica e/o psicologica. Attualmente sono tutti banditi dal commercio in Italia: il 2 agosto scorso il Ministero della Salute ha vietato la prescrizione medica degli ultimi derivati dell’amfetamina ancora presenti nelle farmacie: fendimetrazina, fentermina, amfrepramone e manzidolo.
Banditi da tutte le farmacie italiane, molti anoressizzanti vengono acquistati illegalmente all’estero e rivenduti attraverso canali illeciti, quasi sempre via internet. Per contrastare il fenomeno, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha creato un organismo internazionale chiamato “Impact” che coordina diversi paesi fra cui l’Italia.
Il termine non ha nulla a che vedere con l’anoressia psichica: l’origine della parola è legata al fatto che gli anoressizzanti fanno passare l’appetito. Ciò nonostante esiste un filo sottile che lega questi medicinali al più noto disturbo del comportamento alimentare: molti degli acquisti illeciti degli anoressizzanti su internet o nelle palestre, infatti, non sono compiuti da persone obese, ma da giovani, spesso minorenni, che hanno bisogno di perdere solo alcuni chili di troppo o nessuno. I rischi, in questi casi, si moltiplicano poiché questi farmaci possono portare a un dimagrimento eccessivo, minando il rapporto con il cibo e aprendo la strada ad anoressia e bulimia.
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