Sono tante le italiane colpite da osteoporosi, le statistiche parlano del 17 per cento che hanno in media 57 anni. Bisogna, innanzitutto, smentire la diceria che le fratture da fragilità, cioè quelle che insorgono spontaneamente, o in conseguenza di piccoli traumi e sollevamento di pesi modesti come le borse della spesa, non interessano solo gli anziani. Infatti, a parte le fratture femorali tipiche degli ultra settantenni, quelle di polso, costole, vertebre, ma anche dell’omero e del piede si manifestano già tra i 45 e i 65 anni.
A rischio osteoporosi sono le persone sottopeso e coloro che fanno poco uso di latticini, fattore importante ai fini del mancato raggiungimento e mantenimento del picco di massa ossea, fondamentali nell’apporto di calcio all’organismo. C’è ancora molto da fare per diffondere una corretta informazione sull’importanza di una sana alimentazione, attenta non solo all’apporto energetico degli alimenti, ma anche al loro contenuto di calcio. E c’è poca conoscenza di quelli che sono gli alimenti ricchi di calcio che, come alcune acque minerali, sono un’ottima fonte complementare di questo minerale.
L’invito rivolto in particolare alle donne over 40 in buone condizioni di salute, è quello di abbandonare stili di vita sedentari per dedicare parte del proprio tempo a una sana attività fisica. Una camminata per mezz’ora al giorno può già bastare, ma anche il nuoto o il ballo due o tre volte a settimana possono potenziare il contenuto minerale osseo e il tono muscolare, fornendoci l’occasione per una migliore interazione sociale e soddisfazione personale.
Una donna su quattro, in una fascia di età relativamente giovane e attiva, non si espone praticamente mai alla luce del sole durante la giornata, il lavoro a tempo pieno e le attività domestiche al chiuso hanno un impatto negativo sulle nostre ossa. Non è facile ritagliarsi del tempo, ma le donne che lavorano, potrebbero uscire durante la pausa pranzo, mentre le casalinghe possono coltivare un hobby all’aria aperta, ad esempio il giardinaggio sul terrazzo o sul balcone di casa.
Soprattutto in autunno e in inverno, stagioni in cui le ore di sole sono già di per sé ridotte, si può fare attenzione a lasciare leggermente più scoperte, quando il clima lo consente, alcune parti del corpo in modo da permettere al sole l’attivazione dei precursori della vitamina D a livello cutaneo.