È una malattia sessualmente trasmettibile, provocata da un batterio chiamato Treponema pallidum, si tratta della sifilide, un’infezione genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’Hiv. Inizialmente è localizzata per poi diffondersi in tutto il corpo. La sifilide si sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi e decorso diverso. Alcuni hanno un lungo decorso, senza evidenti manifestazioni cliniche, altri progrediscono celermente se non diagnosticate in tempo e curate con una opportuna terapia.
La sifilide è diffusa in tutto il mondo, ogni anno si contano 12 milioni di nuovi casi. Gli utili dati non sono certamente conformanti, è tornata particolarmente frequente in molti paesi europei, fra cui l’Italia con oltre 1500 casi l’anno.
Come si trasmette la sifilide
La trasmissione avviene tramite rapporti sessuali non protetti, occasionalmente attraverso un bacio su zone della pelle dove la malattia si manifesta, ma anche attraverso la trasfusione con sangue infetto. Se la madre è infetta, c’è il pericolo che lo sia anche il feto, durante la gravidanza ed il parto.La madre infetta può trasmettere l’infezione al feto ed al neonato durante la gravidanza e il parto, ma può anche provocare un aborto spontaneo.
Il batterio della sifilide è presente nel sangue, nello sperma e nelle secrezioni vaginali, in particolare, nelle lesioni che provoca. È sufficiente un singolo rapporto sessuale con un malato affetto da sifilide per rientrare nella probabilità del 30 per cento circa di possibilità di contagio, ma arriva al 60 per cento in caso di relazione prolungata. La possibilità di contagio esiste fino a due anni.
Sintomi e segni della sifilide
Dai 10 ai 90 giorni dopo il contagio, il primo sintomo è un’ulcera non dolorosa nella vagina, nel pene, nell’ano o in bocca o gola. Compare un ingrossamento delle ghiandole linfatiche vicine alla lesione iniziale, per esempio all’inguine. Questa piaga può scomparire in pochi giorni ma ha tempo anche 2 o 3 settimane, in questa fase è contagiosa.
Dai 2 ed i 6 mesi dopo il contagio, sulla pelle compaiono macchie dalle più svariate forme, genericamente sul palmo delle mani, su piedi, tronco, regione anale, genitali e bocca, a volta accompagnate da febbre, stanchezza e dimagrimento, ingrossamento delle ghiandole linfatiche, dolori alle articolazioni, disturbi alla vista, a volte perdita di capelli. I sintomi non sono sempre presenti, possono scomparire per poi ritornare più intensamente. Anche in questa fase è contagiosa.
Stadio latente: è il periodo in cui i sintomi sono assenti, il malato è contagioso anche se non ha disturbi e può andare avanti fino a due anni in questo stadio. Alcune volte si guarisce, altre volte la sifilide può peggiorare.
La sifilide si può presentare anche dopo molti anni, da 3 a 10 dopo il contagio. Se la malattia non viene curata, si possono avere danni a tutti gli organi, soprattutto a cuore, cervello, cute, ossa, fegato e arterie. Circostanza, questa, che non si verifica quasi mai, se curata subito, in caso contrario può provocare seri danni cerebrali, cecità, paralisi, demenza e anche morte.
Diagnosi e cura della sifilide
Nei grandi centri specializzati si può arrivare ad una diagnosi di sifilide ricercando il batterio direttamente nelle lesioni, oppure con uno specifico esame del sangue. La cura consiste in uno o più cicli di antibiotici a seconda dello stadio della malattia.
Prevenzione della sifilide
La sifilide è trasmettibili sia nei rapporti sessuali completi, in cui l’uso del preservativo è d’obbligo ma non garantisce l’immunità al rischio, molto alta nei rapporti penetrativi, sia nei rapporti orali e il preservativo o il DAM sono molto efficaci in questi casi. E’ meglio evitare lo scambio di oggetti usati per il piacere sessuale.
Photo credit: Steinar Hugi su Flickr