E’ preoccupante il numero di giovani e meno giovani ossessionati, dipedenti dal web che trascorrono tra siti porno e di giochi moltissime ore al giorno (anche 18); persone che lentamente perdono il contatto con la realtà pensando che quello virtuale sia il vero mondo, quello con cui devono avere a che vedere. Una vera e propria malattia, una patologia talmente grave e pericolosa da far nascere al Gemelli di Roma il primo centro per la cura dei drogati del web che nel 2009 ha curato 200 persone.
Pensate che già negli anni ’90 Goldberg, un famoso psichiatra cercò di trovare dei criteri per diagnosticare quella che viene anche chiamata IAD, Internet Addiction Disorder; più tardi vennero individuate 3 tappe che portano alla dipendenza dalle rete. La prima, la fase iniziale è quella in cui una persona controlla spesso durante la giornata la posta elettronica e/o passa lunghi periodi in chat; nella seconda chiamata anche tossicofilia vi è un aumento del tempo trascorso on-line ed un crescente senso di malessere, di inquietudine quando non si è collegati. La terza e ultima fase è la tossicomania: in questa fase l’individuo può avere dei seri problemi sia nelle relazioni con gli altri che sul luogo di lavoro.
Il corriere.it ha riportato alcune testimonianze di persone che si sono rivolte a questo centro per poter essere curate come Luca (nome inventato) che dice
Restavo a casa incollato al pc invece di andare a scuola. Giocavo fino a notte fonda e non mi staccavo neanche per andare in bagno.
Ho toccato il fondo. Dietro quella voglia di collegarmi a internet ed entrare in un altro mondo, ora penso ci sia stato un vuoto di sentimenti
Già forse è proprio un malessere interiore che porta a questo tipo di dipendenza.
Come spiega Federico Tonioni sempre all’interno del corriere.it, a capo dell’equipe specializzata nella cura della web dipendenza
Il 90% dei nostri pazienti ha meno di 30 anni. Quasi tutti frequentano ossessivamente i social network e hanno sviluppato una forte assuefazione ai giochi on line. Molti ragazzi hanno smesso di andare a scuola. C’è chi naviga ininterrottamente anche per diciotto ore e chi punta la sveglia pur di alzarsi a notte fonda e giocare con gli amici in rete. Non esiste più la cognizione del tempo: è uno stato simile al sogno a occhi aperti
Insomma: il web non è di certo la realtà ma un mondo che può essere anche molto pericoloso.
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