Non sembra mai finire lo scandalo delle protesi Pip (Poly Implant Prothese), società francese ormai fallita, non senza aver provocato danni a molte persone a rischio, un vero e proprio allarme sanitario scoppiato nel mondo della chirurgia estetica. Ci sarebbero anche protesi fabbricate per testicoli, glutei e pettorali destinati agli uomini, utilizzate in prevalenza per casi di cancro. Dopo le protesi mammarie, per la cui produzione sono stati utilizzati materiali altamente cancerogeni, le altre drammatiche ed allarmanti notizie arriverebbero dal quotidiano francese “Le Parisien”, che ha raccolto le testimonianze di due ex dipendenti dell’azienda incriminata.
Gli ex dipendenti della Pip raccontano che tre dipendenti erano stati appositamente addestrati per lavorare su una macchina che fabbricava testicoli al silicone, un addetto al servizio di controllo aggiunge che il macchinario, molto costoso, veniva utilizzato per produrre dispositivi da inviare esclusivamente all’estero, almeno buona parte del materiale finito prodotto. In particolare in America Latina, senza specificare in quali paesi.
Un altro dettaglio che vale la pena di specificare è che l’Agence Française de Sécurité Sanitaire des Produits de Santé ha spiegato che la società francese avrebbe utilizzato il materiale nocivo solo per la produzione delle protesi mammarie. Il segretario generale della società italiana di Urologia, ha ammesso che alcune di quelle protesi francesi sono arrivate anche in Italia, soprattutto quelle testicolari, utili nell’ottanta per cento circa di casi di tumore al testicolo in cui è necessario il trapianto. Ma ad oggi, aggiunge, stabilire dove e come è impossibile, si dovranno attendere i risultati delle indagini. Una notizia che fa ben sperare è che il giornale francese sottolinea che non ci sono indicazioni per stabilire che effettivamente le protesi testicolari Pip siano dannose.
Meno tranquillizanti, invece, le notizie che arrivano per le protesi di glutei e pettorali, utilizzate per aumentare il volume sia per esigenze estetiche che per vere e proprie urgenze mediche, ad esempio la sindrome di Poland, che non fa sviluppare una parte del petto e del braccio, in questo caso si deve necessariamente ricorrere alle protesi. L’ex dipendente, in questo caso, conferma che è stato usato il gel dannoso, lo stesso delle protesi mammarie, le cui componenti sono additivi per carburanti mai testati ed approvati per usi clinici.
In tutto questo, l’imprenditore Jean Claude Mas ammette che la formula era di sua produzione, sapeva perfettamente non essere certificato, era più economico e, quindi, ha consapevolmente ordito la frode, facendo nascondere ai suoi incaricati qualsiasi documento compromettente quando veniva a conoscenza di controlli sanitari.
L’immagine che emerge di quest’uomo, 72 anni, è inquietante, era un ex rappresentante nel settore alimentare che si è lanciato nel business della chirurgia estetica, avido e cinico al punto tale di non mostrare una minima pietà nei confronti delle donne vittime della frode. Per il momento non c’è a suo carico nessun capo di imputazione, e, secondo il suo pensiero, le donne che hanno sporto denuncia “Sono persone fragili che vogliono solo far soldi”. Il rischio è che apra una nuova società.
Photo Credits: Getty Images
Fonte: The Telegraph
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