L’uso del calore a scopo curativo o per alleviare il dolore è una pratica antica che la medicina cinese conosceva e applicava per stimolare i punti energetici dell’agopuntura, potenziandone gli effetti. La terapia Moxubustionesi chiama così perchè deriva dalla parola inglese “moxa” deriva dai termini giapponesi “moe” e “kusa” (trasposizione degli ideogrammi cinesi Jiu fa) che indicano il bruciare dell’erba legato a questo trattamento.
La Moxibustione è una tecnica terapica particolarmente indicata nella cura di patologie da raffreddamento, dolore cronico e dolori articolari. Opera mediante il calore prodotto da specifici coni o sigari di Arthemisia vulgasi che vengono bruciati su determinate zone del corpo, sovrastanti i canali energetici.
L’effetto benefico del calore si propaga dall’epidermide al meridiano, fino a raggiungere le strutture e gli organi interni correlati. Individuati i punti da stimolare, è necessario capire se il trattamento deve essere eseguito in dispersione (il punto di sovraccarico di energia richiede un alleggerimento) oppure in tonificazione (il punto vuoto ha bisogno di essere rifornito di energia).
L’applicazione può avvenire direttamente sulla cute o nelle immediate vicinanze, con metodi precisi in base alle necessità di cura. Nel trattamento diretto il terapeuta forma un cono compatto di lana di artemisia, piccolo, medio o grande in relazione alle esigenze, lo colloca sul punto da trattare e le accende, togliendolo appena prima che possa bruciare la pelle (il cono viene sostituito dalle 3 alle 7 volte).
La pratica indiretta, invece, prevede l’applicazione di un “sigaro ardente” (costituito da lanugine di artemisia avvolta in foglie essiccate di gelso) a 2-3 cm di distanza dalla cute fino ad ottenere un lieve arrossamento dell’area. Generalmente, la Moxibustione di un singolo punto dura tra i 3 e i 5 minuti. In alternativa si può appoggiare sulla pelle, al di sotto del cono di moxa, una fettina di aglio, di zenzero o del sale. In molti casi il cono di moxa è sostituito dal bastoncino di moxa.
In gravidanza, il feto assume la posizione cefalica dal settimo mese in poi. Nel caso in cui questo non avvenga naturalmente e permanga la posizione podalica, in Oriente si ricorre alla Moxibustione, scaldando un determinato punto del piede con coni, sigari o palline di artemisia. Il trattamento, effettuato prima della 37ma settimana, risulta efficace nel 75 per cento dei casi.
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