Sono passati quattro anni da quando in Italia è stato introdotto il gel Macrolane, prodotto che si inietta nel seno per aumentarne il volume, da allora sono state quattromila le pazienti che si sono sottoposte a questo trattamento. A fare il resocondo è il dottor Giulio Basoccu, chirurgo estetico, responsabile della Divisione di Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano (Ini), che esprime tutte le sue riserve circa questo gel che non consente di leggere chiaramente l’esito degli esami mammografici di screening per la diagnosi del tumore al seno.
Nel frattempo è stata bloccata la distribuzione del gel, va anche detto che la stima del chirurgo è approssimativa, come tiene a spiegare, l’iniziezioni di gel viene eseguita in uno studio medico e la legge non richiede alcuna registrazione o la compilazione di una cartella clinica, dunque, non è possibile risalire a risultati certi, non avendo i dati necessari a disposizione.
Per le sue caratteristiche, precisa l’esperto, il gel Macrolane non ha avuto molti consensi, poichè non adatto a qualsiasi tipologia di seno, infatti, si può utilizzare esclusivamente su seni che non siano rilassati o svuotati, oltre a non garantire un eccessivo aumento di seno. Dunque, ha potuto usufruirne solo una cerchia ristretta di donne.
Il trattamento con il gel Macrolane, in effetti, dura trenta minuti, vienoe definito riassorbibile e quindi altamente biocompatibile. Non lascia cicatrici ed è sufficiente un’anestesia locale, può essere ripetuto, sia per ottenere una maggiore rotondità, sia per mantenere i risultati nel tempo. L’effetto del gel non dura più di un anno, al termine del quale la paziente potrà decidere se ripetere il trattamento o passare alla protesi al seno.
Per evitare qualsiasi dubbi a proposito del gel Macrolane, il dottor Giulio Basoccu tiene a sottolineare:
Come molti chirurghi non consiglio l’utilizzo di tale gel anche perchè, oltre che costoso, ha una durata relativa, essendo riassorbibile, oltre alle difficoltà che determina nelle diagnosi radiologiche. Concordo sulla necessità di non fare allarmismi, come affermato anche dall’Associazione italiana chirurgia plastica estetica (Aicpe), poichè non è in discussione la sicurezza del prodotto.
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