Cinese, giapponese, indiana, araba, greca, per un italiano che voglia scoprire la cucina etnica non c’è che l’imbarazzo della scelta. Secondo la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe), ci sono quattromila ristoranti che propongono le tradizioni di altri paesi. La parte del leone la fanno i locali cinesi, ma anche quelli giapponesi e mediorientali sono in aumento. Del resto gli italiani scelgono spesso l’esotico anche quando mangiano a casa: lo dimostra l’aumento delle vendite di cibi etnici nei supermercati.
L’associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), ha preso in esame, dal punto di vista della prevenzione, alcune gastronomie straniere molto diffuse. La domanda che ci si pone è se esiste un menu che più di un altro ci permetta di vivere a lungo e in salute. Vediamo cosa riportano gli esperti della cucina giapponese sempre più in espansione nel nostro paese.
I punti forti della cucina giapponese sono gli ingredienti freschissimi, alimenti salubri, cotture brevi e poco elaborate, sono queste le caratteristiche che contraddistinguono la cucina giapponese, rendendola gustosa, salutare e poco calorica. Un’alimentazione che ha acceso la curiosità anche degli scienziati, visto che i giapponesi sono tra i popoli più longevi al mondo.
Il merito va innanzitutto al pesce, che nel paese del Sol levante è di gran lunga preferito alla carne: ha un alto contenuto di grassi omega 3, ritenuti particolarmente benefici, in particolare questi grassi sono stati messi in relazione con la riduzione del tumore al seno, alla prostata e al colon.
Un altro ingrediente interessante della cucina giapponese sono le alghe: diverse ricerca hanno rivelato le loro spiccate proprietà protettive nei confronti dei tumori ormono-dipendenti, come quelli del seno e delle ovaie. La bevanda nazionale giapponese, poi, è il tè verde, di cui si stanno studiando da tempo le capacità antiossidanti e antitumore.
Il punto critico della cucina giapponese è lo scarso utilizzo di prodotti vegetali, in particolare frutta. Attenzione anche a non esagerare con il sale nascosto, la salsa di soia, il condimento più usato, ne contiene spesso quantità particolarmente elevate.
Photo credit: Traveler Foodie su Flickr