Non è stato facile per Aesha Mohammadzai, una ragazza afgana di soli 22 anni, tornare a sorridere. La sua difficile situazione è stata portata a conoscenza del mondo intero dalla rivista “Time Magazine” che aveva pubblicato in copertina il suo volto sfigurato dal marito che voleva punirla per aver tentato la fuga da un matrimonio combinato. Finalmente, dopo una serie di operazioni è riuscita a ricostruire il suo volto.
Aesha Mohammadzai era diventata il simbolo degli abusi degli afgani sulle donne, la sua storia è come tante altre che vivono in Afghanistan, dove le donne non hanno alcun diritto, considerate meno di niente e schiave degli uomini che del loro destino ne sono artefici. Lei aveva solo 14 anni quando era stata costretta a sposare un combattente talebano che abusava di lei. Stanca di essere abusata e maltrattata, aveva cercato di fuggire, il tentativo fallisce e così, marito e suoceri, la deturpano brutalmente tagliandole naso e orecchie.
La devastazione non è solo fisica per Aesha Mohammadzai, ma anche morale, orrende cicatrici difficili da guarire. Poi sono arrivati gli interventi chirurgici ed oggi è tornata ad avere un volto umano, ma dovrà ancora combattere per superare le ferite psicologiche. Esther Hyneman della CNN l’ha presa sotto la sua tutela:
Speriamo che si riprenda ma è difficile farlo se sei cresciuta in una città sotto il regime talebano, senza mai andare a scuola e senza mai aver sentito parlare di Francia, Italia o Canada
Ad Aesha Mohammadzai è stata impiantata una protesi nasale grazie alla Fondazione umanitaria no-profit Grossman Burn Center, in attesa di trovare una soluzione definitiva. Sarà difficile per lei dimenticare il passato, a ricordarglielo sarà lo specchio ogni volta che si guarderà.
Dovrà dimenticare tutte le ingiustizie subito fino ad oggi e cercare di rifarsi una vita negli Stati Uniti, che le ha concesso asilo politico. Aesha Mohammadzai ha ancora tutta la vita davanti, con tanto aiuto e coraggio tornerà a sorridere. Ci vorrà tempo, certo, la convalescenza sarà lunga, ma alla fine, guarirà.
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