Il terremoto è devastante per tutto e tutti, ovunque arrivi, lascia un segno indelebile su case, fabbriche, oggetti e persone. Ne abbiamo molti esempi, purtroppo, dal Giappone ad Haiti, dall’Abruzzo ed al recente dell’Emilia. La distruzione materiale si vede, ma gli effetti drammatici, anche a lungo termine, provocati sulla psiche di adulti e bambini vittime di queste tragedie naturali, sono altrettanto evidenti, e sono oggetto di studi scientifici internazionali.
Nonostante tutto, ancora non si è riusciti ad analizzare le vere cicatrici che i bambini portano dentro. In Italia, ognuno ha fatto la sua parte, la macchina della solidarietà si è messa in moto immediatamente. Era successo all’epoca del terremoto dell’Abruzzo e sta succedendo anche adesso con quello dell’Emilia, ci sono aiuti materiali ed anche psicologici per chi ha perso tutto, la casa, il lavoro, il familiare o anche un vicino di casa con il quale si sono vissuti momenti di vita in comune.
I più colpisi sono generalmente bambini ed adolescente, in Abruzzo, era nato il Progetto Rainbow, coordinato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con il sostegno della Caritas Italiana e la collaborazione dei pediatri di famiglia che ha coinvolto 7 mila bambini e che aveva l’obiettivo di affrontare e risolvere lo stato d’animo che segue catastrofi naturali, si chiama Sindrome Postraumatica da Stress.
Le reazioni sono tante, resta la paura intensa di quel che succede intorno, il senso di impotenza, non puoi fare nulla, il nemico da combattere è la natura. Si tende a rivivere il momento di orrore vissuto, sorgono difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, si diventa ipervigili e tutto, anche la minima cosa, dopo un terremoto, assume contorni esagerati anche nelle risposte di allarme.
Purtroppo, le scene di terrore si sono ripetute in Emilia, anche qui ci sono famiglie distrutte, posti di lavoro persi, e bambini traumatizzati. A raccontare alcune esperienze dolorose di bambini traumatizzati è la Croce Rossa Italiana in collaborazione con Save the Children, l’organizzazione internazionale indipendente che lotta per migliorare la vita dei bambini in tutto il mondo. L’attività di supporto psico-sociale dei bambini non si ferma un momento, hanno stabilito una tenda nel campo accoglienza a misura di bambino, operatori e professionisti hanno creato uno spazio dove i bambini possano giocare serenamente.
Racconta di un bambino di 5 anni ossessionato dal rumore di quel “camion invisibile” che ha provocato un tremore così violento, il piccolo è abituato al fragore di grossi camion che circolano vicino a casa sua, una zona molto ricca di imprese e industrie che lavorano, ma non riesce ad accettare che quell’ultimo rumore gli ha cambiato la vita.
Ora vive in una tenda, sotto shock, non vuole mangiare e neanche giocare. La fase del post terremoto è difficile da superare, bambini ed adolescenti sono i più spiazzati, perdono i luoghi che d’abitudine frequentano, la scuola, i posti in cui svolgono le normali attività che per loro sono un punto di riferimento. La loro perdita li indebolisce psicologicamente, hanno paura del buio, come quel bambino che ha sentito la terra tremare di notte, quando aveva gli occhi chiusi, così, non lo fa per non sentire qual fragore che gli ha portato via tutto.
Photo credit: mirkazemian su Flickr