Questo sembra essere il risultato di un recente studio americano pubblicato su “Nature”, che conferma la pericolosità, anche sociale, degli alimenti dolci, facendo così emergere la necessità che il governo regolamenti il loro consumo con scelte radicali, anche se impopolari. Gli Stati Uniti non sono gli unici ad aver introdotto provvedimenti di questo tipo, Francia, Danimarca e Ungheria hanno previsto imposte sulle bevande dolcificate la prima e sul cibo spazzatura le altre due.
In buona sostanza, dice la ricerca americana, lo zucchero crea dipendenza come alcol e tabacco, nuoce gravemente alla salute, per questo servono strumenti che convincano a non abusarne. La lista dei danni è lunga, oltre al diabete di tipo 2, la comparsa di sindrome metabolica, ipertensione, obesità, resistenza all’insulina, malattie del cuore, disfunzioni del fegato, tumori.
L’eccesso di alimenti dolci crea assuefazione, perchè spinge il cervello a chiederne sempre di più e, in particolare, agendo su ormoni come grelina, leptina e dipamina, attenua la sensazione di sazietà e riduce il senso di appagamento da cibo. Non si tratta di una vera e propria dipendenza, non si va in crisi di astinenza se ci si priva di dolci, e la richiesta progressivamente crescente è una normale risposta dell’organismo a qualcosa che è percepito naturalmente come gradevole e benefico.
Ciò che forse spaventa di più è la relazione zucchero-tumore. Anche qui, però, è bene puntualizzare, non è la sostanza in sè a essere dannosa come, invece, avviene con il tabacco e le droghe, ma è, ancora una volta, il consumo eccessivo, perchè favorisce il sovrappeso. Del resto, l’obesità altera una serie di funzioni anche a livello delle cellule ed è stato scientificamente dimostrato che il forte sovrappeso ha una stretta relazione con la comparsa di tumori.
Mangiare un cioccolatino può rivelarsi un pericoloso attentato alla salute? No, è l’eccesso ad essere dannoso, consideriamo che lo zucchero è presente nella nostra alimentazione sotto forme diverse, nella pasta e nel pane, ad esempio, dunque, li ingeriamo senza rendercene conto. Bisogna premettere che la frutta da sola soddisfa totalmente il fabbisogno di questa sostanza, gli zuccheri semplici non dovrebbero superare l’1 per cento delle necessità caloriche giornaliere, che si calcolano a seconda di età, sesso, tipo di attività fisica e stato di salute.
Particolarmente a rischio sono i più piccoli, perchè le abitudini, comprese quelle alimentari, si imparano nei primissimi anni di vita. E quelle cattive sono le più difficili da modificare, perchè lasciano nel corpo segni che si possono cancellare solo a fatica e con il pericolo, spesso, di non riuscirci.
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