Sono in preoccupante aumento i casi di demenza, i dati sono allarmanti, nel mondo sono circa 7,7 milioni i nuovi pazienti, un caso di demenza ogni 4 secondi. A preoccupare è anche la notizia che i malati nascondo la malattia ed i familiari tacciono. Le dimensioni del fenomeno sono pari a quelle di una pandemia. Se drammatica è la malattia, ancor più grave è la paura, di malato e di paziente, di rivolgersi ad un esperto.
Le percentuali di ammalarsi di demenza sono molto alte, un over 65 su 8, e addirittura un over 85 su 2,5. L’Oms, nel Rapporto mondiale Alzheimer 2012, denuncia che il 24 per cento dei pazienti e l’11 per cento dei familiari, nascondono la malattia per paura di essere discriminati. La quasi totalità dei malati non mette al corrente nessuno della diagnosi, lo stesso vale per i familiari, ostacolo principale è l’esclusione sociale alla quale si va certamente incontro.
Nel terzo millennio l’Alzheimer resta un tabù, insabbiato per vergogna, questo dice il rapporto 2012. Il dato è stato diffuso in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer dall’Adi (Alzheimer’s Disease International). Il sondaggio ha coinvolto 2.500 persone, fra malati e familiari, in oltre 50 nazioni. Poco meno della metà aveva meno di 65 anni.
Proprio questi ultimi faticano a confessare che soffrono di demenza, temono gli inevitabili problemi che potrebbero nascere sul posto di lavoro o con la scuola dei figli. Ed ancora numeri allarmanti, il 40 per cento degli intervistati ha risposto di non essere coinvolto nelle normali attività quotidiane, il 60 percento amette di essere evitato da amici e, soprattutto, familiari.
Emerge un dato sconcertante, anche i familiari dei malati di demenza soffrono del disagio, alcuni ritengono di essere trattati in modo diverso, se non evitato. Alcuni parenti di malati di demenza, denunciano di aver rinunciato ad intraprendere relazioni sociali a causa delle enormi difficoltà incontrate.
Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, spiega che nel nostro paese sono 1 milione i malati di demenza, di cui 600 di Alzheimer. Nonostante questi dati, non c’è un Piano nazionale per le demenze. Paesi vicini al nostro come Francia e Gran Bretagna hanno varato piani nazionali, mentre in Italia non è stato fatto ancora nulla.
E così conclude:
La persona con demenza porta addosso un’etichetta, un foglietto illustrativo bianco, senza parole: lo stigma. L’uomo con la sua individualità, la sua storia e i suoi sentimenti non esiste più. Lo abbiamo letto su questo nuovo Rapporto ed è vero in tutto il mondo. Lo stigma non solo isola il malato e i suoi familiari lasciandoli completamente soli, ma non permette loro di usufruire dei mezzi che oggi abbiamo a disposizione per migliorarne la qualità di vita. Noi tutti dobbiamo combattere la disinformazione e cercare di comprendere e far comprendere che il malato è una persona esattamente come noi, con la sua dignità e questa dignità, oltre a dover essere rispettata, va tutelata.
Photo credit: Silcami su Flickr