Recenti statistiche raccontano che gli uomini trascurano la salute, il risultato è che sono in aumento le malattie, usano meno farmaci e pensano molto poco alla prevenzione. In pratica, l’uomo si rivolge ad un medico, salvo rarissime eccezioni, solo quando la malattia è già presente. Troppo spesso gli uomini sono disinformati sui rischi che corrono.
Per colmare questa importante lacuna, sono in aumento le iniziative per sensibilizzare l’uomo sulla necessità di ricorrere alla prevenzione, il mese di novembre sembra essere il più gettonato. Movember, ad esempio, è una campagna a livello mondiale nata molti anni fa in Australia proprio per convincere gli uomini che ricorrere ad un medico per prendere cura di sè non scalfisce la mascolinità. Per questo invita gli uomini a farsi crescere i baffi per un mese intero a favore della prevenzione del cancro alla prostata.
Decisamente meno folkloristica è la campagna di prevenzione della Fondazione ProAdamo che elegge novembre come il ‘Mese della Salute Maschile’, per il fine non cambia, insegnare agli uomini in comportamento positivo nei confronti della prevenzione. Come spiega Riccardo Valdagni, direttore del Programma prostata dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano:
Il messaggio che vogliamo promuovere è l’importanza, per gli uomini, di prendersi cura di sé stessi, come primo passo per la prevenzione. È ormai una certezza che per restare sani e giovani più a lungo è fondamentale non fumare, moderare il consumo di alcol, mangiare meglio e mangiare meno, muoversi di più.
Statisticamente, gli uomini dopo le visite pediatriche, ricorrono al medico solo dopo aver trascinato il disturbo per mesi, spesso per anni. L’aumento preoccupante delle patologie riguarda soprattutto la sfera riproduttiva e sessuale, prevalentemente legate a comportamenti scorretti acquisiti fin dalla giovane età. Il messaggio che si vuole lanciare è che prima i genitori, poi i ragazzi devono imparare a prendersi cura di sè.
C’è una differenza sostanziale fin da ragazzi fra uomini e donne, se le ragazze ricorrono al ginecologo più facilmente (40 per cento), in Italia meno del 5 per cento dei ragazzi ricorre all’andrologo al di sotto dei 20 anni, come sottolinea Andrea Lenzi, andrologo, direttore del Dipartimento di Fisiopatologia medica all’Università La Sapienza di Roma. Quando il servizio militare era obbligatorio, i ragazzi ricevevano un esame andrologico durante la visita di leva, mancando questo, difficilmente si pensa ad una visita andrologica.
Una visita durante la pubertà è utile a scoprire le eventuali anomalie nello sviluppo degli organi sessuali o patologie come il varicocele, che può incidere sulla fertilità futura. Una tappa importante è quando si raggiungono i 18 anni, l’andrologo potrà verificare che non ci siano alterazioni del pene e che non ci siano segnali di tumore al testicolo, che colpisce più frequentemente i giovani maschi.
Dall’adolescenza in poi i consigli per la salute dell’uomo sono di seguire uno stile di vita corretto, evitare il sovrappeso, smettere di fumare, alcolici, l’uso di droghe o di sostanze dopanti e, non ultima, l’autopalpazione per tenere sotto controllo la salute degli organi genitali. Disfunzione erettile, disturbi della minzione e altro, sono patologie che si possono curare, bisogna solo imparare che esiste l’andrologo a cui ci si può rivolgere con fiducia.
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