Può arrivare a qualsiasi età ma, gli studi dicono che il calo del desiderio sessuale nell’uomo arriva a 50 anni, meglio sarebbe dire che è l’età più a rischio. Tutti gli uomini, nessuno escluso, potrebbero essere soggetti alla temuta astenia sessuale. Uno studio italiano, però, spiega come si deve fare per restare giovani, almeno fra le lenzuola.
Ovviamente, non succede che arrivando a cinquant’anni arrivi il calo del desiderio sessuale, ci sono dei sintomi che fanno scattare il campanello d’allarme ed ai quali bisogna prestare attenzione. Anche se in apparenza potrebbero far pensare a tutt’altro, sono strettamente inerenti al calo della libido.
Tra i vari sintomi fisiologici la difficoltà di concentrazione, gli sbalzi di umore, disturbi del sonno e, naturalmente, il calo del desiderio sessuale. Lo dicono gli esperti, questi sintomi non sono da sottovalutare, in pratica, non si deve pensare che sia semplicemente la sfera sessuale ad esserne interessata, al contrario, l’astenia sessuale è collegata principalmente alla carenza di testosterone, che è un problema di salute. È stato scientificamente provato che il 30 per cento degli uomini, fra i 40 e i 79 anni ne è interessato.
Recenti statitiche hanno comprovato che l’uomo si cura poco della sua salute, dunque, almeno in questo caso, sarebbe meglio parlarne con il proprio medico curante. Comunque sia, c’è uno studio tutto italiano che ha affrontato il problema del calo del desiderio sessuale, ed è stato condotto presso l’Università Federico II di Napoli che sarà a breve pubblicato sulla rivista inglese BMC Surgery.
Il calo del desiderio sessuale, se trascurato, può portare all’impotenza, per questo al Policlinico napoletano è stata messa a punto una nuova terapia che mixa un composto naturale e l’applicazione settimanale di onde d’urto a fasci defocalizzati. L’azione combinata fra composto naturale e onde d’urto, costituisce un antiossidante che evita la formazione di placche che si formano nei corpo cavernosi.
Con il passare del tempo, spiega il prof. Fabrizio Iacono, urologo e andrologo della Federico II che ha coordinato il team di ricerca, interviene una riduzione del tessuto elastico del pene, soprattutto superati i 50 anni. I soggetti più a rischio sono coloro che conducono una vita stressante e sotto pressione:
Inoltre, nei pazienti anziani, laddove è presente un calo androgenico legato all’età con fibrosi cavernosa, deficit erettile e inappetenza sessuale, gli effetti ottenuti sono stati molto soddisfacenti. In generale una valutazione dei livelli di testosterone circolante dovrebbe dunque considerarsi un test di routine.
Photo credit: rushfordcynthia su Flickr
Giorgio 11 Aprile 2014 il 14:03
Vorrei qualche soluzione