Nonostante le ricerche smentiscano il legame, gli esperti continuano a sostenere che l’abuso di cibi fritti è dannoso per la salute, soprattutto per le malattie cardiovascolari. Pareri discordanti anche se una recente indagine, condotta dalla European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (Epic), sancisce che non ci sia alcuna relazione fra frittura e malattie.
Lo studio ha coinvolto 41 mila adulti spagnoli che sono stati seguiti per 11 anni, i risultati sono stati pubblicati sul ‘British Medical Journal’. Esattamente contraria è l’opinione di altri specialisti che sostengono la teoria che l’abuso di cibi fritti è dannoso per la salute. Addirittura tra i più nocivi, soprattutto quelli che troviamo nei punti di ristorazione o di vendita organizzati, che spesso friggono utilizzando sempre lo stesso olio a temperature non adeguate. A fare male, sono quelle modificazioni fisico – chimiche dovute all’ossidazione dell’alimento, che si verificano durante il processo di frittura.
La causa sarebbe la formazione di molecole nocive per l’organismo come perossidi, acidi grassi insaturi e radicali liberi, che aumentano in maniera esponenziale se cuocendo i cibi non vengono seguiti alcuni accorgimenti. Tutto questo costringe il fegato a un sovraccarico di lavoro per l’eliminazione. Soprattutto le sostanze che derivano dall’ossidazione del colesterolo, agiscono negativamente su cuore e circolazione.
Non è la prima volta che si consiglia di usare olio extravergine di oliva per friggere i cibi, i grassi saturi e antiossidanti contenuti contrastano la formazione delle sostanze nocive. Una buona alternativa ai cibi serviti dalla ristorazione è rappresentata dai prodotti industriali. Le patatine a bastoncino, congelate e vendute in busta, ad esempio, in virtù di una serie di trattamenti che mirano a evitare la formazione di colorazioni superficiali durante la conservazione in freezer, sono quelle che dopo la cottura casalinga presentano minori problemi per la salute.
Se una persona non soffre di particolari patologie, può concedersi un fritto, anche fuori casa, non più di due volte a settimana. Semaforo rosso invece per chi ha fattori di richio cardiovascolari, come il colesterolo e la pressione alta, chi ha il diabete, fuma o ha già avuto un infarto o ictus.
L’abuso di cibi fritti è, infine, sconsigliato a chi soffre di disturbi dell’apparato digerente e a chi conduce una vita sedentaria, le calorie apportate dai grassi si accumulano nell’organismo e facilitano la strada a sovrappreso e obesità, anticamera delle malattie cardiovascolari.
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