Non riuscire più a parlare o scrivere complica tutto, si chiama afasia, il disturbo del linguaggio che cambia la vita, la prima conseguenza è la perdita del lavoro e, non bastasse, sconvolge anche il rapporto con familiari, amici e tutto il resto del mondo.
Afasia è una parola semplice, anche da ricordare, purtroppo, però, nasconde un percorso di vita difficilissimo, non si riesce più a parlare; leggere e scrivere è quasi impossibile, comunicare con gli altri lo è ancora di più. Del disturbo del linguaggio che cambia la vita ne soffrono circa 150 mila italiani. Generalmente subentra in seguito ad una grave lesione nella parte sinistra del cervello come ictus, trauma cranico, tumore o encefalite.
La cifra è stata valutata prendendo in considerazione solo i pazienti con lesioni vascolari così come riporta uno studio condotto dal Centro di ricerca Consorzio Mario Negri Sud, in collaborazione con A.IT.A, la federazione delle associazioni di persone afasiche.
Persone senza parola che perdono la quotidianità, purtroppo l’afasia costringe a reinventarsi; il disturbo del linguaggio rende difficile relazionarsi ed anche solo dire ‘ciao’ diventa impossibile. Vito Lepore, coordinatore della ricerca, neurologo al Consorzio Mario Negri Sud, non vuole parlare solo di numeri di pazienti colpiti dalla malattia, ma valutare quel che c’è dopo esserne stati colpiti, la ripercussione sull’autonomia personale e lavorativa, l’equilibrio emotivo.
La neurologa Anna Basso, presidente di A.IT.A., vuole sottolineare:
Sono persone senza parola, che devono intraprendere una vita nuova. Spesso perdono il lavoro, per loro diventa difficile anche chiacchierare con gli amici, è sconvolto il rapporto con i familiari. Pur essendo l’afasia una forma di disabilità frequente, la maggior parte degli italiani non sa che cosa sia e quali disturbi comporta. Molti pensano ancora che queste persone soffrano di disturbi mentali. Per questo organizziamo ogni anno, in occasione della Giornata nazionale e mondiale, iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Come spesso accade in Italia, e non solo, le persone che hanno un handicap perdono anche i diritti. Non è scontato che i malati di afasia riescano ad ottenere una riabilitazione adeguata, fa presente Stefano Zago, neuropsicologo al Policlinico-Irccs di Milano, e non è neanche raro che i pazienti debbano affrontare una visita periodica per accertare che l’invalidità esista, nonostante la legge abbia riconosciuto che l’afasia rientri tra le patologie esonerate dalla rivedibilità. Da non sottovalutare anche le penalizzazioni per il rinnovo annuale della patente e il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento anche nei casi di invalidità al 100 per cento.
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