La medicina erboristica trova uno dei suoi fondamenti nelle proprietà dei chiodi di garofano. Nel tempo si sono distinti soprattutto per le loro qualità antisettiche, analgesiche, antinfiammatorie e per l’effetto tonico e stimolante che esercitano sull’organismo. E’ una pianta che non va comunque confusa con quella ornamentale che arricchisce i nostri balconi. E’, invece, un alberello sempreverde, alto da 10 a 15 metri originario delle Isole Molucche. Nel tempo la diffusione però è avvenuta anche in molte altre isole tropicali. Non manca quindi in Brasile, Antille, India, Zanzibar, Madagascar, Tanzania. Quest’ultimo angolo di mondo ne è il maggiore produttore. Si trova poi in Indonesia, dove viene mescolato al tabacco di sigari e sigarette. Qui è usato pure come alimento e farmaco.
Nelle sue foglie, in trasparenza, si possono vedere delle bolle traslucide che contengono l’olio essenziale. Lo stesso che in realtà è presente pure nei fiori, raccolti ancora in bocciolo e poi essiccati. Ecco che, in questo caso, siamo di fronte proprio ai fiori di garofano, una spezia che venne introdotta in Europa solo nell’VIII secolo. Non ne potevano fare a meno già i cinesi sia in cucina che come medicinale. Nel periodo del Rinascimento, erano talmente rari che avevano un costo importante, ma il dato curioso è che nessuno sapeva da dove venissero. Nel Quattrocento un mercante veneziano invece, Niccolò Conti, riuscì a sapere dagli Arabi che erano stati scoperti in cinque isole.
Fu il momento in cui molti esploratori partirono alla scoperta dei chiodi di garofano, trovando una concreta risposta poi nelle Isole Molucche. Oggi hanno un impiego piuttosto limitato nella nostra cucina e di solito, prima di servire, vengono eliminati dalla pietanza. Tuttavia hanno un grande impiego come l’olio essenziale per le proprietà analgesiche. In odontoiatria la spezia in questione calma il mal di denti, ma è pure un eccitante, tonico e afrodisiaco. E’ usata per lenire infiammazioni, favorire l’indigestione e combattere i parassiti intestinali.
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