Parliamo di tumore del seno perché se diagnosticato in fase precoce nel 90% dei casi guarisce e questo è possibile anche grazie ai progressi della tecnica che hanno permesso all’Italia di diventare il paese capofila nel mondo per il trattamento e l’assistenza delle pazienti. Nel corso del convegno nazionale promosso dal GIM, Gruppo Italiano Mammella e che si è svolto a Roma sono stati illustrati proprio gli ultimi lavori scientifici sul cancro al seno.
Il prof. Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del Regina Elena di Roma ha spiegato
Il contributo del Gruppo Italiano Mammella (GIM) è stato determinante per raggiungere l’eccellenza. Il nostro network, che riunisce i maggiori specialisti italiani, è nato dal desiderio di costituire un rapporto di stretta collaborazione clinica e scientifica tra tutti coloro che operano quotidianamente in questo settore. Per assicurare alle pazienti il maggior livello assistenziale possibile, oltre a favorire il progresso nella ricerca. Abbiamo compiuto grandi passi. Tutto il lavoro fatto finora rischia però di essere minato, nella sua validità, dalla mancata o non corretta applicazione di raccomandazioni e linee guida sul trattamento della patologia. Siamo preoccupati, come oncologi, dalla formulazione di proposte terapeutiche spesso minimaliste, che non tengono conto delle raccomandazioni provenienti dalle Società Scientifiche. Queste modalità di cura, seppure accattivanti per le pazienti per la loro durata ridotta ed una contenuta incidenza di effetti collaterali, spesso non sono sostenute da sufficienti prove scientifiche. Presentano quindi il rischio concreto di un minore effetto sulle possibilità di guarigione
COSA DOBBIAMO FARE
Per scongiurare il pericolo del cancro al seno e diagnosticare tempestivamente eventuali neoplasie sono importante i controlli che devono essere fatti in maniera periodica: ecografia a partire dai 25 anni e mammografia dai 35-40 anni. Cercare poi di avere delle abitudini di vita che siano il più possibili salutari: evitare quindi fumo, alcol, avere un’alimentazione variegata e bilanciata e fare una leggera ma costante attività fisica.
La prof.ssa Lucia del Mastro, dell’Oncologia Medica dell’IST di Genova dice
La Comunità Oncologica Nazionale offre alle pazienti un’uniformità di trattamenti e percorsi condivisi ed omogenei su tutto il territorio. Questo permette da un lato di lavorare in rete tra le diverse Oncologie, dall’altro di ottimizzare dati clinici e utilizzare in modo appropriato le risorse per garantire alle malate le migliori modalità di approccio diagnostico e terapeutico
Fondamentale è poi quando si parla di tumore la voglia di vivere che deve avere una persona che scopre di essere malata.
Photo Credits| Tips Times su Flickr