Fare un uso massivo degli antibiotici quando non è strettamente necessario pare essere una tipica caratteristica propria degli italiani. Lo ha dichiarato a margine di un’inchiesta l’Osservatorio sull’impiego dei Medicinali. L’OsMed dell’Aifa, Agenzia italiana del Farmaco, ha fatto presente che il più delle volte l’impiego degli antibiotici è inappropriato e supera il 20% in tutte le condizioni cliniche. I consumi, oltretutto, sembrano essere diminuiti rispetto agli anni passati. Occorre, senza dubbio, analizzare a fondo questa situazione e tenere presente i casi in cui l’antibiotico non dovrebbe essere preso.Antibiotici, quando l’impiego è inappropriato
L’impiego inappropriato di antibiotici, secondo quanto riportato dall’Osservatorio sull’impiego dei Medicinali, si configurerebbe alla stregua di un particolare impatto per la laringotracheite (48,6%) e per la cistite non complicata (37%). Per quanto concerne la distribuzione geografica, le Regioni del Centro mostrano i livelli più alti di trattamento inappropriato dell’influenza e del raffreddore comune.
Anziani e antibiotici
Particolarmente «inappropriato» risulta anche l’uso di antibiotici nella popolazione anziana: il 56% dei pazienti tra i 66 e i 75 anni è stato trattato per l’influenza con antibiotici rispetto al 24% dei pazienti d’età inferiore ai 45 anni.
Diminuzione della spesa
Per ciò che riguarda i consumi, per gli antibiotici si registra però un calo una diminuzione del 6,1% rispetto al 2011. E nel 2012 si è ridotta anche la spesa: -16,3% in confronto al 2011. In particolare, l’anno scorso, in regime di assistenza convenzionata (dunque farmaci erogati dal Servizio sanitario Nazionale attraverso le farmacie), sono state consumate 21,1 dosi giornaliere di antibiotici ogni mille abitanti, facendo registrare appunto una riduzione rispetto all’anno precedente del -6,1%.