Sono necessari solo tre mesi a partire dalla comparsa dei primi sintomi, per arrivare alla diagnosi di artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante, le malattie reumatiche più diffuse. Oggi queste malattie vantaggi maggiori da una diagnosi tempestiva. Pensare che tredici anni fa trascorrevano invece in media 6 anni e mezzo per scoprire che quel mal di schiena ribelle a tutti i trattamenti in realtà era l’inizio di una spondilite anchilosante, oltre 4 anni dalla comparsa di dolori articolari e qualche desquamazione della pelle per arrivare alla diagnosi di artrite psoriasica e 3 anni dai primi gonfiori di mani e piedi per capire che si trattava di artrite reimatoide. Anni ‘buttati’, trascorsi senza cure specifiche e quindi con la malattia che avanzava e lasciava danni permanenti.
A quantificare la grande evoluzione è Merete Lund Hetland, reumatologa e Jan Sørensen, economista sanitaria, dell’università di Copenhagen, durante il congresso annuale dell’American College of Rheumatology in corso a San Diego, California, appuntamento globale per tutti gli specialisti che si dedicano alle patologie causate dall’autoaggressione del sistema immunitario e che colpiscono principalmente articolazioni e muscoli, ma non risparmia nessuna parte del corpo.
I dati sono stati ottenuti in virtù di Danbio, sigla che indica il registro sulle malattie reumatiche più vasto e ricco di informazioni disponibile. Realizzato da un gruppo di università danesi, raccoglie dati anche da altri registri nazionali ed è diventato un punto di riferimento mondiale non solo per i reumatologi, ma anche per chi si occupa di organizzazione sanitaria e per chi deve prendere decisioni politiche in materia.