Perché la vitamina C è importante? Perché viene trascurata in inverno? E’ opportuno rispondere a questi due quesiti. La vitamina C si configura come una sorta di scudo che protegge dai malanni di stagione. Malgrado ciò, nonostante sia noto che aiuta l’organismo a combattere i microrganismi che provocano raffreddori e influenze, in inverno si consumano meno alimenti che la contengono.
La ricerca
A trarre tali conclusioni è una ricerca realizzata dall’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, il quale ha analizzato l’assunzione di vitamina C, ovvero di Acido L-ascorbico su un campione di quasi 8.000 individui maggiorenni. Si trattava per lo più di ragazze. Solo il 38,8% del campione era costituito da ragazzi. Stando allo studio, la quantità di vitamina C assunta nei mesi invernali è uguale in media a 143 mg giornalieri per le donne e 146 mg negli uomini, un valore adeguato secondo i Larn (Livelli assunzione di riferimento nutrienti) della Sinu (Società italiana nutrizione umana).
C’è da dire che la quantità di vitamina C contemplata negli alimenti, inoltre, può non essere soddisfacente ai fini della copertura del fabbisogno dell’organismo per via della sua facile deperibilità: la quantità di vitamina a disposizione del fisico può insomma non corrispondere alla quantità di alimenti consumati. Ad esempio, l’esposizione al sole e alla luce, così come il modo in cui i cibi sono conservati e cotti, possono degradarne le proprietà.
Il consiglio? Sicuramente quello di consumare il più possibile alimenti contenenti Vitamina C anche nel periodo invernale. Una buona spremuta d’arancia, ad esempio, è l’ideale per iniziare al meglio la giornata.