Un quindicenne su due preferisce il divano all’attività fisica. Videogiochi, pc, smartphone, tablet, sono un richiamo sempre più forte e già a undici anni si verifica questo fenomeno. Passa in rassegna con il nome di ‘Drop-Out’.
Ma quali sono le ragioni dell’abbandono? In primis c’è appunto da considerare l’attrazione fatale per Internet e per le nuove tecnologie, motivi per i quali i ragazzi trascorrono in media 3-4 ore al giorno dinanzi a uno schermo, ma è fondamentale anche l’eccessivo impegno che implica lo studio (indicato dal 56 per cento dei ragazzi), la noia (65%), la fatica che lo sport richiede (24%) o gli istruttori troppo esigenti (19%). Da qui il messaggio del presidente Sip, Giovanni Corsello, che ha rammentato come secondo stime dell’Organizzazione mondiale della sanità quasi 1,9 mln di morti nel mondo sono attribuibili all’inattività fisica, che predispone all’insorgenza di varie malattie croniche, obesità e diabete.
Un dato che fa rifettere. Una regolare attività fisica, di concerto con le corrette abitudini alimentari, si configura come uno strumento decisivo di prevenzione per le future generazioni’.
Anche per questo la Sip ha esposto la Piramide dell’attività motoria, che mostra le regole da seguire per uno stile di vita salutare. Chiare le indicazioni dei pediatri: per riavvicinare i ragazzi all’attività fisica è necessario evitare l’agonismo esasperato, ma il ruolo centrale spetta alla scuola che, affermano, ”dovrebbe incentivare lo sport, mentre oggi è spesso considerato un’attività secondaria”. Testimonianza ne è il fatto che, se la Francia dedica ad esempio ben il 15% dell’orario complessivo scolastico all’attività fisica, tale percentuale si riduce per gli scolari italiani al 7 per cento.