La preoccupazione di invecchiare si trova in ognuno di noi. C’è chi riesce a mascherarlo meglio degli altri, e c’è chi invece ricorre meglio a maschere. Ognuno con i suoi timori e con i suoi rimedi, in altri termini.
Chiunque sia ancora alla ricerca dell’elisir di lunga vita lasci stare e, dopo aver spento il proprio personal computer, vada a fare una lunga passeggiata, un’intensa corsa o una faticosa seduta di allenamento in palestra.
Si perché, stando a quanto recentemente dichiarato dai ricercatori dell’Università McMaster di Hamilton, in Canada, davvero nessuna pillola al mondo, qualsiasi sia il principio attivo in essa contenuto, contribuirebbe a prevenire e ritardare l’invecchiamento quanto l’esercizio fisico.
In particolar modo, come riportato dai principali quotidiani nazionali ed internazionali negli scorsi giorni, l’univa attività umana veramente in grado di preservare i mitocondri, ovverosia di quelle particolari strutture cellulari deputate alla creazione, al controllo ed alla distribuzione dell’energia fondamentale al corretto funzionamento dell’organismo umano, e forse addirittura implicati nella tenuta dei più differenti organi e tessuti, dalla degenerazione sarebbe quella conseguente all’esercizio fisico quale che esso sia.
Per dimostrarlo, come dichiarato dal professor Mark Tarnopolsky, responsabile unico del programma di studi oggi alla nostra attenzione, i ricercatori canadesi avrebbero minuziosamente osservato la degenerazione cellulare di due differenti gruppi di topolini, alternativamente costretti ad almeno tre sedute settimanali di esercizio fisico, riuscendo, in questo particolarissimo modo, ad appurare come il gruppo di topolini costretto ad eseguire le più differenti attività fisiche mostrasse un significativo rallentamento nella propria degenerazione mitocondriale che, però, sarebbe stato in grado di ricominciare, indisturbato, non appena i topolini avessero smesso di allenarsi.