Il nuovo trend cosmetico si rivolge alla terra. Dopo aver attinto dalle vitamine più rare, oggi gli estratti da prodotti naturali sono le guest star dei nuovi soin di bellezza.
A tal proposito si parla sempre più spesso di fitocosmesi ma cos’è? Il termine fitocosmesi deriva da Kosmèsis (adornare) e Phyto (pianta) ed indica l’utilizzo delle piante e delle loro proprietà nella preparazione di prodotti naturali per la cura del corpo.
La cosiddetta cosmetica naturale vede in Italia un mercato che vale circa 9 milioni di euro ed il suo utilizzo nella quotidianità è in continua crescita. Anche le grandi aziende cosmetiche cercano di entrare in sintonia con l’attuale green code cosmetico (niente parabeni, siliconi, oli minerali, petrolati ecc.), cresce la sua risonanza nelle manifestazioni di settore come il cosmoprof di Bologna e proliferano siti e canali youtube sull’”ecobio” che contano migliaia di visite al giorno.
Eppure sono anche tanti i marchi che millantano di essere 100% naturali e non è così. Va detto che già di per sé è difficile progettare un prodotto cosmetico che sia interamente vegetale fatta eccezione per gli oli per la pelle come l’olio di mandorle, acque distillate aromatiche come l’acqua di rose, unguenti a base di burri, come il burro di karitè e cere vegetali.
Esiste infatti una certa graduatoria della naturalità delle materie prime cosmetiche:
- Sostanze estratte da vegetali, animali o minerali senza che sia stata apportata alcuna modifica chimica ed estratte soltanto con mezzi fisici
- Derivati naturali in cui le modifiche sono di lieve entità senza ridurre la naturalità del prodotto
- Quando intervengono processi chimici sulle sostanze, i composti che si ottengono sono considerati “ottenuti da sostanze naturali”
I prodotti che provengono da processi chimici e che prendono origine da sostanze a loro volta ottenute per sintesi, sono definiti composti sintetici.