La tintura madre è una preparazione di natura liquida che si può ricavare attraverso l’attività di estrazione svolta da un solvente come l’alcool.
Naturalmente l’estrazione viene fatta su piante fresche o secche e ad ogni modo sia sulle parti complete della pianta che su delle singoli porzioni, come ad esempio le foglie o le radici e, in altri casi, le sommità fiorite.
Quando il solvente utilizzato per l’estrazione e l’ottenimento dei principi attivi corrisponde all’alcool, le tinture madri si possono far rientrare all’interno della categoria degli alcoliti.
La tintura madre si può trovare in erboristeria o anche in farmacia, a volte sotto la denominazione di estratto idroalcolico.
Non viene considerato un prodotto omeopatico bensì fitoterapico ed è un rimedio impiegato per la cura di diverse patologie con risultati generalmente considerati soddisfacenti.
Naturalmente il vantaggio nell’impiegare tinture madri sta nella loro capacità di essere assorbite rapidamente dall’organismo e di trattenere a lungo i componenti volatili e semi-volatili presenti nelle erbe senza che essi subiscano le alterazioni che potrebbero avvenire a causa del calore, ad esempio nel corso dell’essiccazione.
È possibile realizzare anche da sé delle tinture madri ma il procedimento è particolarmente difficile.
Da ogni pianta si può ottenere una specifica tintura madre, con le stesse caratteristiche terapeutiche della parte vegetale utilizzata, ma con una maggiore concentrazione di principi attivi, rispetto ad esempio, alla tisana. Si distinguono in semplici o composte, a seconda che siano ottenute da una o più piante.
La posologia e il momento di assunzione dipendono dall’attività terapeutica della pianta prescelta, mentre il periodo consigliato è circa di 2 mesi di assunzione.