Si chiama Lammily Doll ed è la “Barbie normale”, ovvero la bambola che tenta di riprodurre le fattezza di una ragazza “normale” di 19 anni, con un viso leggermente paffuto, non troppo alta, i fianchi importanti, poco seno e una serie di “accessori” che la rendono ancora più “umana”.
Questi accessori che la bambola porta in dotazione non sono scarpe, vestitini e borsette, come si è abituati a vedere con le Barbie, bensì adesivi molto speciali, che riproducono, brufoli, cicatrici, cellulite, smagliature e tutti gli inestetismi in cui una donna può imbattersi.
Insomma, lo scopo del suo inventore, Nickolay Lamm, da cui la bambola prende il nome, è quello di riprodurre una Barbie che sia piuttosto normale, lontanissima dalle bambole alte, bionde, magrissime, con proporzioni poco umane, che il mercato ha proposto sino ad ora, mirando invece a promuovere la normalità.
La bambola della porta accanto, la ragazza che puoi trovare a scuola, sull’autobus, in metro, uguale a tutte le altre, nessuna top model.
Praticamente un intento “didattico”, che suggerisce alle bambine che essere normali, con i brufoli e i fianchi grossi può essere bello e che certi stereotipi non sono la normalità e non devono essere dei modelli.
Di certo un bell’intento, tuttavia si perde un po’ lo scopo del “giocare”. Giocare, infatti, non sempre è realtà, anzi, per i bambini è volare, volare con la fantasia, sognare, al di là del fisico irreale e non verosimile che una bambola può avere.
Ricordiamo anche che, per dovere di cronaca, la Mattel ha proposto per prima delle Barbie piene di interessi e dai più disparati mestieri anche in un mondo maschilista, dottoressa, ingegnere, giornalista, scienziata e persino Barbie Presidente, nel lontano 1992.
La nostra bambina potrà quindi tranquillamente giocare con Lammily o con una Barbie classica, se vorrà, ma il messaggio da lanciare è resta che solo il talento, l’intelligenza, l’impegno e il carattere, possono portare una donna lontano, al di là del dell’aspetto fisico.