Dimenticate le candeline sulla torta perché c’è una buona possibilità che la vostra età biologica non corrisponda a quella anagrafica. Pensate, potreste essere più giovani, ma anche più vecchi, insomma conoscerlo potrebbe essere gratificante, ma anche scoraggiante, per alcuni ricercatori decisamente utile.
Alcuni ricercatori hanno infatti tracciato una mappatura di 150 geni dell’RNA che indicano se state invecchiando in maniera sana. Utilizzando una sorta di punteggio derivante da questi geni dell’invecchiamento salutare, sono in grado di calcolare se le persone sono più o meno a rischio di malattie legate all’età, come ad esempio il morbo di Alzheimer o l’osteoporosi.
Questi ricercatori ritengono che l’età biologica può differire in maniera anche sostanziale, dalla reale età, e questo è un ottimo indicatore della salute di una persona. Da alcune ricerche fatte su un gruppo di sessantenni e settantenni, sui quali è stato analizzato il materiale genetico, è emerso che coloro che hanno ottenuto un punteggio alto avevano in generale una salute migliore e mostravano di possedere due degli elementi principali per la longevità, una buona funzione cognitiva e renale.
In particolare hanno scoperto che le persone affette da Alzheimer avevano un più basso punteggio dei geni salutari di cui abbiamo parlato sopra.
Si è trattato di un risultato importante in quanto siamo di fronte al primo esame del sangue nel suo genere che dimostra che lo stesso insieme di molecole è regolato sia nelle regioni del sangue che del cervello associate alla demenza e questo può contribuire a fare una diagnosi preventiva di demenza per l’appunto.
Se le evidenze di questo studio dovessero reggere nel lungo termine, supportate da ulteriori verifiche, sarebbe un passo molto importante per tante malattie legate all’età. Diagnosticare con un certo anticipo il rischio di Alzheimer, ad esempio, potrebbe aiutare molto nella prevenzione.
Photo Credits |KrimKa/ Shutterstock