Ogni anno sono migliaia le pubblicazioni scientifiche date alle stampe dai ricercatori finanziati da AIRC. In occasione dei Giorni della Ricerca vi presentiamo alcuni dei risultati più importanti pubblicati nell’anno appena trascorso.
Vi riportiamo quanto si legge su l sito airc.it:
Dalla cura dell’osteoporosi a quella della leucemia?
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche da un donatore non identico (indicato con il termine tecnico “HLA-parzialmente compatibile”) si sta progressivamente affermando come un’efficace alternativa per quei pazienti che, pur avendo bisogno di un trapianto di midollo, non possono contare su un donatore compatibile all’interno del gruppo familiare o nei registri dei donatori volontari di cellule emopoietiche. Uno studio nato da una collaborazione fra i gruppi di ricerca coordinati da Franco Locatelli, dell’Opedale Bambin Gesù di Roma e da Lorenzo Moretta, dell’Istituto Gaslini di Genova ha dimostrato come, dopo il trapianto, la prima popolazione di linfociti che si ricostituisce è quella dei T linfociti gamma-delta. Questi linfociti si sono dimostrati in grado di svolgere un’azione sia anti-infettiva, sia anti-tumorale. La ricerca ha anche dimostrato che un farmaco già usato da molti anni contro l’osteoporosi, l’acido zoledronico, è in grado in vitro di moltiplicare il numero di queste cellule ‘protettive’ e di rendere le cellule leucemiche più suscettibili al loro attacco. Il prossimo passo sarà quello di portare i risultati sperimentali in studi clinici.
Nuovo farmaco per la policitemia
La policitemia vera è un tumore ematologico ad andamento cronico caratterizzato da un aumento della massa dei globuli rossi nel sangue circolante e da episodi trombotici ed emorragici che influenzano negativamente la qualità della vita. Il 20% circa dei pazienti non riesce a tollerare la chemioterapia convenzionale, a base di idrossiurea, oppure non risponde alla cura, per cui non si riesce a controllare la massa di globuli rossi circolanti (ematocrito). Un gruppo di ricercatori italiani, coordinato da Alessandro Maria Vannucchi dell’Università di Firenze e finanziato da AIRC con uno dei Programmi speciali 5 per mille, ha contribuito a dimostrare, in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, l’efficacia di una nuova molecola, il ruxolitinib. Il nuovo farmaco è in grado di controllare l’ematocrito e migliorare i sintomi della malattia in una quota significativamente maggiore di pazienti rispetto alla chemioterapia tradizionale.
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