AIRC: i traguardi della ricerca – V

di Redazione Commenta

Ogni anno sono migliaia le pubblicazioni scientifiche date alle stampe dai ricercatori finanziati da AIRC. In occasione dei Giorni della Ricerca vi presentiamo alcuni dei risultati più importanti pubblicati nell’anno appena trascorso.

Vi riportiamo quanto si legge su l sito airc.it:

Sostegno inappropriato

Nello sviluppo del cancro le cellule tumorali si fanno aiutare dalle cellule del cosiddetto stroma, il tessuto che sostiene, nutre e protegge le cellule del tumore. Le cellule dello stroma sono cellule normali, che tuttavia trasmettono segnali che fanno proliferare il cancro e lo aiutano a sopravvivere. Per comprendere il ruolo dello stroma, un gruppo di ricercatori dell’IRCSS di Candiolo, vicino a Torino, diretti da Enzo Medico del Laboratorio di oncogenomica, ha studiato i profili molecolari di centinaia di tumori del colon-retto in un modello sperimentale in cui le cellule di tumori umani crescono sostenute da uno stroma derivato dalle cellule del topo. Grazie alla diversa sequenza dei geni nelle due specie, è possibile separare i due profili molecolari, cogliendo nuovi dettagli e rendendo visibili le interazioni fra le cellule cancerose e stromali. Il lavoro è stato pubblicato suNature Genetics.

PTX3: la molecola che toglie benzina al tumore

La folle corsa del cancro si può fermare anche agendo su meccanismi esterni alla cellula tumorale. Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, guidato da Alberto Mantovani, chiude il cerchio di una ricerca iniziata vent’anni fa, a cavallo tra immunità, infiammazione e cancro. Lo studio pubblicato suCell, spiega come è possibile togliere benzina al tumore tramite una molecola, la pentrassina, in sigla PTX3, che il ricercatore italiano ha scoperto vent’anni fa. Il ruolo di PTX3 è fondamentale per impedire lo sviluppo dei tumori. Quando PTX3 viene a mancare, il tumore è libero di reclutare cellule del sistema immunitario, i macrofagi, che come benzinai riforniscono il tumore, favorendone la crescita e l’instabilità genetica.

Un nuovo bersaglio per vincere le resistenze del tumore

Purtroppo non tutti i tumori rispondono bene alla chemioterapia: già al momento della diagnosi si stima che una percentuale variabile dal 40 al 70% dei tumori sia in grado di resistere ai farmaci. Chiara Riganti, dell’Università di Torino, ha condotto di recente uno studio a questo proposito, in collaborazione col Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele in cui ha dimostrato che le cellule tumorali più aggressive non resistono soltanto alla chemioterapia, ma anche a un tipo particolare di morte cellulare, indotta da “stress del reticolo endoplasmatico”. Il reticolo endoplasmatico è un organello cellulare che serve per la corretta sintesi e il ripiegamento delle proteine. Se scarseggiano nutrienti od ossigeno, o se la cellula riceve chemioterapia, si genera una situazione di ‘stress del reticolo endoplasmatico’, che induce la morte della cellula stessa. Questo meccanismo, innescato dall’attivazione di una proteina chiamata C/EBP-beta LIP, funziona però solo nelle cellule non tumorali e nelle cellule tumorali sensibili alla chemioterapia. L’efficacia della cura si potrebbe quindi ristabilire con una terapia genica che permetta di esprimere di nuovo la proteina originaria.

Photo Credits |Tyler Olson/ Shutterstock

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