Se ci sono dei sintomi dell’Alzheimer e se in qualche modo può essere rallentata la progressione della malattia, allora il segreto è anche nell’alimentazione e nello specifico in una dieta a base di lipidi. Alcuni studi raccontano che le malattie neurodegenerative sono meno aggressive nelle cavie trattate con l’olio di pesce.
Stile di vita e abitudini alimentari influenzano la salute mentale. Questo è quello che bisogna tenere in considerazione in via prioritaria. Come si ribadisce in un recente articolo sull’argomento:
E’ generalmente accertato che lo stile di vita e le abitudini alimentari possono influenzare la salute mentale, la prevalenza e la progressione di AD. Numerosi studi epidemiologici hanno rivelato effetti vantaggiosi dell’ assunzione di olio di pesce, in particolare sul declino cognitivo durante l’invecchiamento e nel caso di demenza.
E non si tratta di fantasia o di rimedi naturali decisi dalla sera alla mattina, perché sempre nello stesso articolo apparso anche sul portale di Tiscali, si precisa che:
All’interno del progetto LipiDiDiet finanziato dall’UE, FP7-211696, “Therapeutic and preventive impact of nutritional lipids on neuronal and cognitive performance in aging, Alzheimer´s disease and vascular dementia”, i ricercatori hanno messo a punto diverse diete a base di lipidi volte a rallentare la progressione e alleviare i sintomi dell’Alzheimer. Per la sperimentazione è stato utilizzato un modello di topo transgenico di AD, alimentato con diete sperimentali contenenti olio di pesce o stigmasterolo, uno sterolo di origine vegetale.
Una ricerca fatta sui topi è andata molto bene e adesso bisogna soltanto capire se le stesse conclusioni sono valide anche per le persone. A quanto pare sì.