In Italia il numero di persone che soffrono di diabete 1 è molto elevato. Gli esperti consigliano alcuni strumenti per riconoscere questa malattia nei bambini.
“Tanta pipì? Tanta sete? Anche i bambini possono avere il diabete. Parlane con il tuo pediatra”.
Questa la campagna nazionale di sensibilizzazione sul diabete infantile e sulla chetoacidosi, la complicanza più diffusa della ‘malattia del sangue dolce’ tra gli under 6. In questi giorni di eccessi dolci tra uova e colombe, sempre meglio tenere d’occhio gli zuccheri nel sangue.
“Prevenire la patologia è fondamentale per la salute dei piccoli. I primi sintomi che possono far capire ai genitori che il proprio bambino potrebbe avere il diabete sono sete e pipì eccessiva – spiega Franco Cerutti, presidente Siedp – Un terzo segnale importante è il dimagrimento”.
“Il costante impegno delle istituzioni scolastiche e sanitarie, associazioni di pazienti, dei medici e paramedici e delle associazioni scientifiche – afferma Andrea Scaramuzza, responsabile del Servizio di diabetologia dell’ospedale Sacco di Milano – diventa importante e fondamentale per prevenire il diabete mellito di tipo 1 e la chetoacidosi in età pediatrica. L’obiettivo della campagna è abbattere il più possibile questa emergenza clinica”.
Il diabete di tipo 1 si manifesta prevalentemente nell’infanzia e adolescenza, evidenziano gli specialisti. In Italia ha un tasso di incidenza variabile: da 6-7 casi a 40 per 100mila bambini da 0 a 14 anni, a seconda delle regioni.
Altri dati sul diabete 1 nei bambini
Una recente ricerca condotta dal gruppo di studio Diabete della Siedp ha segnalato che, dei 14.493 bambini e adolescenti seguiti dai Centri di diabetologia Pediatrica, 2.453 hanno presentato esordio di malattia nel biennio 2012- 2013. Tra questi, circa il 38,5% è stato ricoverato in chetoacidosi diabetica, il 10,3% con una forma grave.